Tali sono i fruttivendoli, sempre alle prese
con la comune, rudimentale bilancia di rame, “valanzuni”,
sulla quale pesano la merce, lasciando dubbioso il cliente sulla bontà del
peso, o i pescivendoli che decantano la merce pescata di fresco: “i
sardi pà pasta vi purtavu ! pasticella chi sardi !” le sarde
per la pasta vi ho portato, pasta con le sarde, invitando le massaie ad
approfittare dell’occasione per preparare il prelibato piatto.
Sotto la pioggia o sotto il sole bruciante,
il venditore di pane non viene meno mai all’appuntamento per
rifornire i propri clienti in ogni giorno della settimana, compresi la
domenica e i festivi, giorni dai quali ha iniziato la sua attività, dato
che in quei giorni i panifici sono, anzi erano, chiusi.
Spesso, ad alcuni incroci “strategici”
s’incontra una macchina, spesso un furgoncino, con il portabagagli aperto
e, ben in vista all’interno, l’immancabile cesto delle uova fresche e il
pane di buon frumento nelle “cartedde”, coperto dai classici strofinacci
a quadrettoni bianco/blu. E' "U murrialisi”
che continua ad offrire i suoi prodotti. Olio e vino non mancano mai,
comprese grandi forme di formaggio salato e ricottine fresche.
“L’alivaru”, il venditore d’olive,
arriva con la sua motoape nello spazio tacitamente riservatogli, e perciò
sempre libero e, con gesti sincronizzati scarica un grande ombrellone che
piazza al centro di un deschetto. Poi su di un ripiano sistemerà, a
gruppetti, le olive nere, le
olive bianche, quelle salate e non, le olive “acciurate”,
olive a fiore, ed una qualità particolare detta anche ”passuluna”.
Non mancheranno le squisite sarde salate, che tirerà fuori intere dalla
scatola della salamoia, oppure già diliscate e immerse in un barattolo con
l’olio; e non dimentichiamo le aringhe.
Non meno attraente la giardiniera
vegetale con le olive farcite e l’aringa diliscata che la fanno da
padroni, ottima per preparare gustose insalate.
In questo breve elenco abbiamo descritto
soltanto ambulanti del settore “alimentare”, ma tanti altri esempi si
potrebbero citare (riparatori di ogni cosa, arrotini) a testimonianza di un
costume ancora vivo che rende viva la città.