Le antiche taverne, luogo abituale di ritrovo,
in alcune si trovava per caso il cartello che indicava “Si fa da
mangiare”, un’insegna bianca con tanto di scritta in rosso dove veniva
indicato con una manina, un piatto in cui si vedevano degli spaghetti.
Nella “friggitoria” luogo deputato per
lo smercio di pietanze già preparate e gustate sul posto in base ai
prodotti stagionali, dove la fa da padrone è il classico “pane e panelle”,
avverte gli avventori che nel periodo in cui la nostra terra ci fornisce
le “melanzane” così dolci ed orientali, lì vengono fritte tutte intere
nell’olio, tagliate e aperte come un fiore, le “quaglie” che non hanno
niente a che dividere con il famigerato pennuto.
Aveva la forma di rombo il grandissimo
cartello, appeso al soffitto delle friggitorie, che indicava le melanzane,
agli angoli del pannello altri tre piccoli rombi con scritta dentro la
cifra del prezzo, composta con un senso grafico istintivo e rigoroso.
Il centro del rombo era liberato circolarmente
e, al suo interno vi pendeva mobile un altro cartello rotondo con scritta
a grandi dimensioni, il prezzo.
Il vento, quel poco che spirasse, faceva
girare il cartello tondo dentro il rombo, illudendo il consumatore.
Nello spostarsi di tutta quella composizione,
veniva in evidenza la decorazione tutto attorno, fatta con fregi gialli,
verdi e blu.
Nel periodo estivo, per strada s’incontrano i
venditori d’Anguria “muluna” e i rivenditori di Fichi d’India, un
ampio cartello bianco avverte “notte e giorno fichidindia ghiacciati”
con tanto di pale verdi disegnate dove si distinguono i frutti o “muluna
ghiacciati e a mierito”, una bella fetta d’anguria raffigurata con colori
sgargianti e il suo prezzo avverte che là si possono oltre ad acquistarle
intere, il mulunaro li taglia a fette per la degustazione.
Molto semplice è l’insegna del venditore di
sale, il cartello indica semplicemente fu fondo bianco e la scritta in
rosso, la cifra del prezzo e la quantità di sacchetti che si possono
acquistare.