Un modo di perpetuare la memoria
collettiva, rinnovandola anno dopo anno
nella festa che si celebra ad Altavilla
dal sei all’otto settembre, la festa
della Madonna di Loreto sentita
comunemente come quella della Milicia.
Una delle feste più importante della
Sicilia occidentale, per la sua grande
devozione per la Vergine, così asserisce
il Pitrè, tutto oggi questo sentimento è
molto compreso tanto che per la sua
magnificenza la si divide in due momenti
tra sacro e profano.
In questa occasione tantissimi devoti
vi giungono dai paesi limitrofi, da
Terimini Imerese, da Trabia,
Casteldaccia, Aspra e Bagheria e
principalmente da Palermo, oltre ad
onorare la Santa Vergine e visitarne il
Santuario, è tradizione gustare "a
sasizza", anticamente era l’inizio
stagionale di questo salume, oggi che si
consuma tutto l’anno nel periodo che si
svolge la festa per la Madonna il comune
organizza la sagra della salsiccia.
La parte sacra incomincia giorni
prima, i fedeli hanno instaurato il
pellegrinaggio al santuario della
Madonna raggiungendolo a piedi e,
recitando il rosario si fanno strada
illuminati da fiaccole votive.
Il Santuario posto al di sopra di una
collinetta che si affaccia sul mare
tirreno, contiene un’immagine miracolosa
della Santa Vergine da cui trae questo
antico culto.
L’immagine racchiusa in un vecchio
quadro, raffigura la Vergine con il
Bambino, estasiato gli sta accanto San
Francesco.
Secondo il racconto tradizionale
sarebbe stato donato ai "miliciuoti" (miliciani)
da una nave corsara impedita a
proseguire la rotta sul mare antistante
il paese.
Era la presenza del quadro, che usato
come coperchio per un barile, si
opponeva al loro prosieguo, per
liberarsene decisero di disfarsene.
I miliciuoti lo portarono in paese e
lo posero in una cappella, divenuta oggi
il Santuario esistente sulla collina
belvedere.
La Madonna, tema centrale, è
raffigurata in piedi, e sostiene il
bambino seduto nel braccio destro, che
la pietà popolare ha voluto ingentilire,
con un involucro lavorato a sbalzo in
d’argento dorato e incastonato da pietre
preziose, che ricopre per intiero il
corpo della Vergine e del bambinello
scoprendo soltanto i volti.
Nel capo del bambino e quello della
Madonna sono soprapposti da due corone
regali anch’esse d’argento dorato.
Il capo di San Francesco è
rappresentato dall’aureola soprapposta
da una d’argento dorato sbalzato come
l’umile segno di semplicità il cordone
che gli cinge la vite, anch’esso in
argento dorato.
Argenti che nel 1853 furono collocati
nel quadro della Madonna dall’argentiere
palermitano Giovanni Di Marco
commissionati da devoti, cambiando
radicalmente l’immagine facendola
assomigliare ad un’opera
dell’iconografia greca.
Il dipinto, anni addietro nel 1990, è
stato restaurato asportando i vari
strati di ridipitture e gli ornati
d’argento, da questo restauro ha
evidenziato l’insospettato aspetto
originario.
La Madonna serafica con manto color
celeste e veste color vermiglio con
rifiniture dorati, segno di regalità,
seduta in trono regge il bambino tra le
gambe in posizione eretta, San Francesco
con devozione verso la Vergine e il
bambinello presenta la figura di un
giovanetto inginocchiato con veste
vermiglia, sicuramente l’autore ha
voluto evidenziare il committente
dell’opera, tutti i segni particolari di
questa pittura che risulta essere di
notevole pregio, la fanno riallacciare
alla scuola toscana che si rifaceva a
Giotto, una eccezionalità per la
Sicilia, dovuta allo scambio commerciale
di beni artistici che nel periodo in cui
il Marchese Francesco Maria Beccardelli
di Bologna, committente dell’opera,
fondo il piccolo borgo agricolo di
Altavilla ebbe con le nazioni del
continente Italico, e che volle per la
cappella personale situata all’interno
del suo palazzo.
Cappella che il tempo a trasformato
in chiesa ed è ancora oggi esistente,
nel 1623 dette la possibilità di
divenire la principale parrocchia di
Altavilla tramite l’istanza al Cardinale
Doria con il titolo della "Beata Vergine
Maria e del Serafico Santo Francesco.
L’immagine da collocare doveva in
certo modo richiamare i due Santi
protettori di cui portava il nome: la
Madonna e San Francesco e, che potesse
ricordare questa nobile famiglia.
Si ringrazia il Santuario Madonna
della Milicia, in particolare Il
Rettore del Santuario Arc. Liborio
Scordato per aver concesso la
pubblicazione delle foto.