La mammella è perfino raffigurata nello stemma
della città, quindi il nome Ciminna giungerebbe fuori dalla forma
dialettale di “minna”.
Un’altra ipotesi è riferita ad una qualità
d’uva da tavola dall’acino bislungo chiamato “ciminnita”, oggi scomparsa e
che anticamente era coltivata in questo luogo e si chiamava “minna di
pecora” o “minna di vacca” o semplicemente “minuta”, di conseguenza il
territorio prendeva il nome dialettale “Unni ce a minuta”, unni ce a minna,
ceaminna, Ciminna.
Paese prettamente agricolo con circa 5000
abitanti, nel XV secolo fu anche feudale, ebbe una fiorente economia
ricavata da un’attività industriale e commerciale, che nel 1600 per la
ricchezza e lo sfarzo della borghesia che vi abitava, il paese fu
denominato “ Palermu lu nicu”.
Si trova allogato nello stesso sito dove
esisteva un casale arabo di nome “Hesu”, autorevole dal punto di vista
artistico e culturale, si presenta ricco d’opere d’arte e numerosi edifici
storici sia civili sia religiosi di notevole importanza.
Qui sono state girate alcune tra le più belle
scene del film “ Il gattopardo”, in modo specifico nella splendente
cattedrale opera di Paolo Amato illustre compaesano ciminnese.
Da sempre ha saputo mantenere ben salde le sue
tradizioni, è, ancora oggi, rincorre questa prerogativa fermentando nuove
attività e iniziative d’ogni sorta.
Da diverso tempo esiste una scuola musicale
per bande formando le più rinomate, di cui una ha avuto il privilegio di
suonare all’opera di Parigi, ma il loro estro indubbiamente si manifesta
nella festa locale per il Santo Patrono “San Vito” e, tanti pittori
che lavorarono per le sue numerose chiese.
Nel panorama delle festività oltre quella del
patrono è importante quella dedicata al SS. Crocifisso che si svolge la
prima domenica di maggio ed il Venerdì Santo, organizzate dall’omonima
confraternita che riserba antichi rituali.