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PANORMUS - FESTE POPOLARI

SAN SEBASTIANO A CIMINNA

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Un’altra ricorrenza, che cade nel mese di gennaio, ha rispolverato l’antica festa di San Sebastiano che si festeggia il 20 con una sfarzosa processione che avviene la domenica successiva alla data.

Caduta nel dimenticatoio, la festa non si festeggia da un secolo, perfino gli anziani del paese ricordavano vagamente questa ricorrenza.


La statua del Santo cavaliere con tanto di stellario, difensore della fede cristiana e martire è in legno di ciliegio policromo del XVIII secolo giaceva nella soffitta dell’omonima chiesa sorta nel XVII secolo.

Un bellissimo simulacro che raffigura San Sebastiano ignudo legato ad un albero stroncato, il corpo del Santo è trafitto da numerose frecce che rendono pietà e compassione per l’espressione del suo giovane viso, difatti nell’iconografia classica egli subì il martirio con le ferite procurate dalle frecce scagliate dagli arcieri di Diocleziano che voleva convertirlo ai suoi Dei (Abiura).

Come sia arrivato a Ciminna questo culto pochi lo sanno, negli anni passati l’omonima chiesa ogni giorno si celebrava una messa particolare per il Santo, per ringraziarlo affinché egli si prodigasse per qualche raccolto o per qualche grazia ricevuta in tempi remoti in aiuto ai cittadini del paese, o qualche feudatario era devoto a questo Santo.

Dal duemila per il giorno venti tutto è ripristinato, la chiesa rimane aperte per tutto il giorno per l’adorazione eucaristica e il pontificale solenne in tributo al Santo.

Festa anche all’esterno, nel pomeriggio i compaesani sono invitati a partecipare al tradizionale gioco della “ntinna”: una persona bendata, e con tanto di casco protettivo, è fatta salire sulla groppa di un asino da dove deve riuscire a colpire con un bastone delle “pignate di terracotta” con dentro generi alimentari e vestiario oppure animali come conigli e colombe.

Chiaramente l’asino destato dagli astanti sfuggirà alla volontà del concorrente e quindi sarà difficile colpire il bersaglio, il tutto con il più gran divertimento da parte degli spettatori.

Seguirà una fattispecie di “Palio” dove a concorrere saranno le galline, ogni membro di un quartiere gareggerà con il proprio esemplare con la gioia di tutti.

Conclude il divertimento la distribuzione dei “Cudduruna”, specie di pizza, i cui ingredienti principali sono l’olio e l’origano, tagliata a spicchi e arrotolata su se stessa e suddivisa tra gli spettatori.

A sera davanti al sacrato della chiesa, per motivi propiziatori è acceso un gran falò “vampa” e, tutti contribuiranno ad alimentarlo per spacciare vecchi pensieri.

La domenica, il fercolo con il santo oltre a piccole ghirlande esso è adornato da frutti d’agrumi (arance e mandarini), quale prodotto della terra stagionale, alla fine della processione dopo che saranno benedette andranno spartite ai fedeli. 

Esce trionfante dalla sua sede per attraversare tutte le strade del paese, a portare in giro il simulacro ci pensano i ragazzi più robusti del paese, alle famiglie che abitano lungo le vie dove si svolge la processione illuminano la strada e ai balconi sono stese le coperte fatte a mano con l’effige del Santo, così come vuole la tradizione.

A sera inoltrata la processione torna nella sua chiesa e dopo la benedizione ha chiuso i festeggiamenti i giochi pirotecnici, concludendo un affascinante evento che coinvolge tutti gli abitanti del paese.


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