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PANORMUS - LUOGHI

Alla ricerca del Genio di Palermo [5/6]

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Andando verso Porta di Vicari s’incontrano diversi monumenti.



La via Maqueda verso i quattro canti da Piazza Bellini, a sinistra la sede di giurisprudenza e a seguire i Teatini.

L’ex convento dei Padri Teatini, oggi sede della facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo palermitano, la casa della Martorana, la chiesa di San Nicolò da Tolentino con l’annesso archivio comunale, la chiesa di S.Orsola, Palazzo Comitini sede della Provincia palermitana, il palazzo Santa Croce-Celesti, chiesa dell’Assunta con il relativo convento, palazzo Ramacca, palazzo Filangeri di S.Flavia, Palazzo Filangeri di Cutò con il caratteristico portale centrale detto “Arco di Cutò” e l’attuale Porta di Vicari o S.Antonino per la vicinanza al monastero, costruita nel 1789 sostituì la precedente aperta più a monte, di carattere neoclassica fu progettata dall’architetto Pietro Raineri, costituita da due piloni separati nei cui ordini inferiori furono inserite delle vasche marmoree.

Girando sulla destra s’imbocca il Corso Tukòry che si attiene all’antico fossato cinquecentesco con alcuni tratti di mura e diverse porte.

Il monastero, appena fuori le mura, si sviluppa attorno a due chiostri e, la chiesa ad unica navata con cappelle intercomunicanti, edificati dal 1630, su progetto di Mariano Smeriglio, nella sua primitiva funzione era adibito ad infermeria per i Frati Francescani di S.Maria di Gesù.

Notevoli le opere d’arte dedicate al Santo padovano, un prestigioso crocifisso ligneo opera di frate Umile da Petralia ivi sepolto.

Dalla parte opposta una strada abbastanza larga consente l'ingresso a quello che è il più vasto per estensione il mercato di Ballarò, giacché dipartendosi da Piazza Ballarò all’Albergheria, originariamente fu il luogo che a dato la possibilità di impiantarsi e successivamente ingrandirsi per le altre strade limitrofe.

E’ il tradizionale mercato di “grascia” colorato e vitale, la sua visita, immersi nella folla e la confusione generale, comporta la stimolazione dei propri sensi dove: colori, suoni, odori e profumi lasciano affascinati.

Giunti in una piccola piazzetta si notano le vestigia di Porta S.Agata, anticamente si usciva per la campagna meridionale, ai lati di essa sono notevoli i resti delle mura medioevali della città.

Continuando s’incontra il Museo di Paleontologia “Gemmellaro”, allogato in un edificio neogotico del primo novecento, tra le collezioni che vi si conservano resti di fossili siciliani e palermitani in genere, minerali e conglomerati marini, di particolare interesse è la collezione di resti d’elefanti nani, presenti in Sicilia nel pleistocene e che la fantasia dei siciliani ha creato su di loro infinite storielle.

All’angolo degli attuali corsi Tukòry e Re Ruggero raggiunge il Palazzo Reale o dei Normanni (vedi percosso Il potere politico) la sontuosa reggia che al suo interno incastona un preziosismo scrigno, la Cappella Palatina, una sintesi d’arte, dove fa notare le quattro opere capolavoro: il pavimento, il soffitto, l’ambone e gli splendidi mosaici.

Dal cortile Maqueda si perviene allo scalone costruito nel 1735 con comode rampe in marmo rosso, l’ingresso alla Cappella dedicata all’apostolo Pietro è preceduta da una loggia con arcate a sesto acuto, la parete del loggiato è rivestita interamente da mosaici che furono realizzati nell’ottocento e raffigurano la ribellione di Assalonne al padre David, la realizzazione si deve all’aretino Santi Cardini e, sostituirono gli originali del XVI secolo.

Tra le due raffigurazioni musive, spicca un pannello dove si evidenzia un uomo sontuoso con tanto di corona, vestito di corazza e, si mostra in un paesaggio selvoso, ai suoi piedi un cane e il serpente, un’aquila vola sulla sua testa trattenendo tra gli artigli dei cappi che si dipartono da un medaglione sostenuto dalla mano di quest’ultimo dove sono effigiati Ferdinando III di Borbone e sua moglie Maria Carolina.

Chiaramente dall’iconografia trattasi del discusso “Genio” che ancora una volta mette la propria fedeltà a disposizione dei potenti.

Qui finisce questo lungo itinerario che ci ha portato non solo alla scoperta di questo curioso "GENIO DI PALERMO" !


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