Vi possono ammirare il retro del Palazzo
Gangi, il teatro di S. Cecilia e la chiesa barocca di S. Anna con l’annesso
convento per i Padri del Terz’ordine dei Francescano, eretto nel 1607 ed
articolato intorno ad un chiostro con colonne monolitiche in marmo grigio
che sostengono delle arcate a tutto sesto.
Oltrepassando la Via Roma, larga strada che
taglia trasversalmente due mandamenti del centro, realizzata a più riprese
tra il 1887 ed il 1922, ci s’immette nella Discesa dei Giudici detta “Calata dei Giudici” in cui abitavano alcuni Giudici della Corte Pretoriana,
per raggiungere il Palazzo Comunale (delle Aquile).
Nello scalone principale all’altezza del
primo pianerottolo s’incontra la scultura del “Genio”, i pezzi che la
compongono sono di diversa provenienza, pare che siano state assemblate
alla fine del XVI secolo e, sono opera di Gabriele di Battista e di
Domenico Gagini.
Sistemato al centro di una lastra che copre
una conca che sta in cima ad una mozzata colonna, sul bordo del largo vaso
corre una scritta in latino: “Panormus conca aurea suos devorat alienos
nutrit”, con uno stuolo d’effigi in altorilievo a cerchia di uno scudo che
reca una scritta “Fidelitas”, alla base trattiene la stele un elemento con
una lunga iscrizione funeraria a grafie decisamente molto ridotti dove si
notano sei scudi arrotondati che recano azioni inerenti alla fedeltà.
Due paggi seduti, affiancano una base di
marmo grigio di billiemi, dove regge una colonnina di porfido rosso, il
tutto è alto due metri e sessanta centimetri, la statuetta molto più
piccola rispetto alle altre e definita dai palermitani Palermo “u nicu” (pichulu).
Usciti dalla sede comunale nella piazza
dove domina la grande fontana cinquecentesca dove il simbolismo delle
statue richiama i corsi d’acqua palermitani, nella pira formata da altre
tre piccole vasche al culmine di esse troneggia un putto reggistemma
collocato su uno stelo marmoreo, molti palermitani eruditi definiscono
l’amorino con il “Genio di Palermo”.
Ai piedi della piccola scalinata che
immette in Via Maqueda di solito sostano delle caratteristiche carrozzelle
con i relativi vetturini (Gnuri) che danno la possibilità di girare la
città, comodamente seduti e trastullati, dal passo del cavallo, ha godersi
le meraviglie della metropoli è il caso di utilizzarli per raggiungere la
Cappella Palatina.
Una raccomandazione poiché le carrozzelle
non utilizzano il tassametro, il pagamento avviene per contrattazione, i
palermitani sono maestri nel “Pattuiri” il prezzo.
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