Riunendosi il pomeriggio nella chiesa Madre, i
giovani e i ragazzi portano, richiamati dal suono delle campane,
ramoscelli d’ulivo che hanno raccolto nelle loro terre, e assisteranno
alla funzione della “trasuta dell’uliva”, rito che richiama il
momento in cui Gesù si recò nell’orto di Getsemani prima di essere
catturato.
I ramoscelli d’ulivo, la Domenica delle Palme
saranno benedetti, i giovani che si erano recati in cattedrale per
assistere alla funzione, riporteranno i ramoscelli presso le proprie case
e li saranno collocati dietro l’ingresso principale per augurare pace a
quella casa, qualche altro sarà condotto nelle campagne come auspicio per
una buona annata.
Il Giovedì Santo, raccolti nella chiesa
Madre i paesani assistono alle celebrazioni più importante che la liturgia
cristiana richiama in questo giorno, convengono per glorificare il
precetto pasquale, le confraternite che all’occasione indossano i loro
abitini, vengono “legate” le campane che a sua volta saranno sciolte al
momento della Resurrezione con la tradizionale “calata da tila”.
A sera seguono la tradizionale visita dei “Sepolcri”a
cui hanno partecipato per l’allestimento le donne del paese con la
preparazione dei “lavureddi”.
Il momento più espressivo è il giorno in cui
nostro Signore muore e i cittadini di Ciminna hanno da secoli dedicato a
questo momento una particolare attenzione.
E’ nel Venerdì Santo che i Ciminnesi
con la costruzione d’alcuni fercoli processionali hanno voluto trasmettere
quel profondo sentimento devozionale.
Le sacre rappresentazioni figurate o
processione dei misteri, un gruppo ligneo di statue che rappresentano
alcuni momenti salienti delle ultime ore che Gesù impressionò prima di
raggiungere il Calvario.
Di buon mattino quasi all’alba, un uomo
fornito di “troccula” attraversa le vie del paese, ad indicare che Gesù
sta per essere tradotto all’ultimo supplizio, durante la mattinata altri
uomini si dividono per le strade ripetendo lo stesso giro a suon delle
battole (troccula), poi si ode uno squillo di tromba e tre colpi di
tamburo, dopodiché le battole riprendono a suonare.
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