Di buon mattino
quasi all’alba, un uomo fornito di “troccula” attraversa le vie del paese,
ad indicare che Gesù sta per essere tradotto all’ultimo supplizio, durante
la mattinata altri uomini si dividono per le strade ripetendo lo stesso
giro a suon delle battole (troccula), poi si ode uno squillo di tromba e
tre colpi di tamburo, dopodiché le battole riprendono a suonare.
Il primo simulacro a partire e quello che
rappresenta “Gesù nell’Orto di Getsemani”, seguito da una delle
cinque confraternite esistenti a Ciminna, la più antica è quella del SS.
Sacramento fondata nel 1545, con il capo cinto da una corona di spine,
recitano il Rosario, immersi in una profonda devozione.
Fanno seguito gli altri fercoli processionali
con la “Flagellazione”, “La caduta”, “L’incoronazione e
la “Crocifissione”, i rispettivi gruppi sono portati a spalla dai
giovani del paese che a gara hanno il privilegio di essere i destinatari
di questa antica tradizione.
Le ragazzine vestite con un mantello nero,
fazzoletto e grembiule bianco, accompagnano il gruppo della Pietà,
composto da Maria e il Cristo morto giacente fra le sue braccia e
abbandonato sulle ginocchia.
Le “munacheddi”, cosi sono chiamate le
ragazzine, reggono tra le mani dei cuscini dove sono poste alcuni simboli
della Passione (calice, crocifisso, la lancia, i fiori, i chiodi, il
martello ecc.), viene appresso una ragazzina vestita di nero con tanto di
diadema sul capo ed un pugnale d’argento all’altezza del torace, ad
rappresentare l’Addolorata, il Cristo morto adagiato su una lettiga di
tela “littirinu” precede il corteo, mentre la banda musicale intona
struggenti marce funebri appositamente composte da due maestri ciminnesi
di antica fama.
La processione ripercorrendo le vie del paese
ritorna nella chiesa di San. Giovanni Battista dove terminerà il suo
calvario verso mezzogiorno.
Nel pomeriggio nella chiesa di San Giovanni
Battista, dove ha sede l’omonima congregazione, si seguita con la funzione
“dell’Agonia” dove saranno recitati i canoni delle sette parole di Dio.
Dopo il suono della campana che invocherà gli
abitanti dal campanile della chiesa che batterà per cinque volte, farà
seguito lo sparo di altrettanto rintronanti mortaretti, tutti si
raccoglieranno in preghiera.
In prima serata ha luogo la processione del
Cristo Morto raccolto in un’urna di legno preceduta dalle confraternite e
da processionanti che illumineranno il percosso con torce, i tamburi
listati a lutto annunceranno il passaggio del corteo, la banda musicale
seguirà il fercolo processionale dell’Addolorata accompagnata dalla
confraternita di Maria SS.Addolorata che ha questo privilegio descritto
nei “capitoli” e durante la notte a turno i confrati parteciperanno alla
cosiddetta “ora Santa”, e dalle pie donne.
A Piazza Umberto I, dopo la recita di alcune
orazioni si concluderà la processione, a seguito inizierà la Sacra Veglia
funebre con l’adorazione.
Il sabato sera durante la solennità notturna,
si celebrerà la benedizione del cero pasquale detto “ciliu”, e tradizione
popolare che vuole che lo Spirito Santo si presenti in virtù di vento,
esso sarà benefico se benedetto dal Signore e soffierà tutto l’anno.
Bibliografia: Le notizie relative alla
manifestazione religiosa sono tratte dalla pubblicazione di Vito Graziano
– Usi e Costumi di Ciminna – Palermo 1935 - Foto copyright PalermoWeb.com