Una foto tratta dal nostro calendario: u castagnaru !
Il bianco, il blu, il verde, il giallo e il rosso, dividono i quadri
chiamati “scacchi” che tingono gli spazi del deschetto dove sono contenuti
le caldarroste tipiche palermitane sotto la protezione di una immagine di
San Giuseppe o dalla Santa patrona Rosalia, rischiarati da una lucerna a
gas o da una lampada alimentata da una accumulatore elettrico.
Tutto ciò serve a richiamare l’attenzione di quei avventori che non sanno
rinunciare a semplici prelibatezze come l’umile castagna dalla buccia
marrone, gli acheni commestibili di un riccio spinoso, rendendola
protagonista di un momento particolare quale è il freddo che per Palermo e
quasi un’utopia.
Impacchettati in un cartoccio “cuppitedda” ( “coppo” involucro cartaceo
che anticamente serviva per racchiuderne i rifiuti di vario genere)
l’avventore si sforzerà di portarli a casa, ma è tale la sua abitudine di
mangiare per strada, che li scartoccia per assaporarli durante la
consuetudine “passiata” festiva o giornaliera.
Preparati con dovizia dal venditore che ne sceglie la qualità migliore, ne
inciderà con un coltello la buccia trasversalmente affinché a contatto con
il fuoco non scoppino, ma si aprirà e cuocerà l’interno lasciando la
scorza da un alone argenteo dovuto alla vaporazione del sale immerso
copiosamente dalla mano esperta del venditore “u’ castagnaru” durante la
cottura nel fuoco ardente, attraverso il rudimentale pentolone.
Egli di tanto in tanto scuote questo artigianale recipiente di ferro
cilindrico col fondo costellato di fessure realizzate con la saldatura di
barrette di ferro di piccole dimensioni tali da non far passare le
castagne, ma bensì il fuoco che le renderà abbrustoliti.
Questa particolare fornacella costruita appositamente dagli artigiani
palermitani, da sempre si è potuta acquistare nella rinomata via calderai
dove gli artefici del luogo fabbricano ispirandosi ad ideazione
prettamente di natura musulmana, che tali popoli usano nei loro suk per
abbrustolire determinati prodotti della terra.
Costituita essenzialmente da tre elementi, la prima è costituita dalla
fornace rudimento indispensabile dove avviene la combustione con del
carbone fossile (coke) ad alto potere calorifero dalla consistenza dura e
porosa.
La seconda parte è composta da un lungo tubo in cui si produce il calore
che si trasmetterà alla speciale casseruola ultimo degli elementi dove si
arrostisce l’elemento desiderato.
Da questa corrispondenza, fuoco e castagna scaturisce la buonissima
caldarrosta, aperta si intravede il suo interno biondo in un involucro
argenteo.
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