Il carcinoma mammario avanzato
Il carcinoma
mammario: clic qui per le TERAPIE
Secondo i criteri messi a punto
dall’American Joint Committee on Cancer (AJCC),
il “carcinoma mammario avanzato” (ABC,
Advanced Breast Cancer) comprende i più
gravi dei 5 Stadi (da 0 a IV) in cui viene
classificata la malattia:
• lo Stadio III, in cui il tumore si è
diffusamente propagato ai linfonodi e/o ad
altri tessuti dell'area della mammella, ma
non ad altre parti del corpo distanti da
questa area; • lo Stadio IV, in cui il tumore si è esteso
ad altre aree distanti dalla mammella, quali
fegato, polmoni, ossa, cervello e/o altri
tessuti o organi.
Generalmente, si indica come “carcinoma
mammario avanzato (o metastatico)” il
carcinoma di Stadio IV che si è diffuso
anche ad altre aree distanti dal tumore
primitivo, mentre per “carcinoma mammario
localmente avanzato” si intende iI carcinoma
mammario di Stadio III, diffuso localmente
nell'area della mammella senza aver
attaccato organi o tessuti distanti.
Il carcinoma mammario avanzato è diverso dal
tumore al seno in fase precoce per molti
aspetti: le opzioni di trattamento, gli
obiettivi delle cure e le esigenze delle
donne.
Circa un terzo delle donne con carcinoma
mammario in Stadio iniziale (Stadio 0, I, II)
è destinato a sviluppare una forma di
carcinoma avanzato (Stadio III, IV).
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni per il
carcinoma al seno in Stadio 0 è del 93%,
nello Stadio I è all’88%, nello Stadio II è
compreso tra il 74-81%, mentre per lo Stadio
IV crolla al 15% (dati del National Cancer
Data Base). Un gap drammatico che denuncia
l’urgenza di mettere in campo nuove terapie
per rallentare la progressione della
malattia, assicurando alle donne una più
lunga sopravvivenza con la migliore qualità
di vita possibile.
Fattori di rischio
Nonostante l'intenso lavoro di ricerca
dedicato alla previsione dei rischi di
progressione del carcinoma mammario e della
sua propagazione ad altre aree del corpo,
non si sono ancora ben comprese le ragioni
dell’estrema variabilità del comportamento
di questo tumore da paziente a paziente.
In uno studio svolto a livello mondiale, il
19% delle donne con Stadio IV interpellate
ha ricevuto una diagnosi iniziale di Stadio
0 (4%) e Stadio I (15%), il 30% di Stadio II,
e solo il 20% di Stadio III.
Il restante 31% ha ricevuto una diagnosi
iniziale di Stadio IV1.
Se sono ormai identificati i principali
fattori di rischio per lo sviluppo del
carcinoma mammario (età, storia familiare,
determinati geni, storia mestruale e
riproduttiva, stili di vita) non è ancora
noto se questi stessi fattori di rischio
abbiano un effetto specifico sul rischio di
progressione o di metastasi.
Un'ipotesi accreditata è che le
caratteristiche delle cellule del tumore
iniziale siano diverse da quelle delle
cellule metastatiche. In pratica, le cellule
dei tumori in fase iniziale subirebbero
delle mutazioni per trasformarsi in cellule
capaci di dare metastasi. Per questo motivo
in generale i tumori localmente avanzati e/o
di dimensioni maggiori comportano un più
alto rischio di metastatizzazione, mentre la
rimozione di tumori piccoli e in fase
iniziale aumenta la possibilità di evitare
recidive.
Alcuni marker molecolari, come la presenza
di recettori degli ormoni e fattori di
crescita, possono risultare utili nella
previsione dell'aggressività di un carcinoma
mammario e nella valutazione prognostica. In
generale, tuttavia, molto resta ancora da
scoprire sui meccanismi di progressione e
sulle metastasi, e non è possibile stabilire
con certezza la prognosi per un determinato
soggetto.
Diagnosi
Il carcinoma mammario avanzato può essere
asintomatico, ma se i sintomi sono presenti
possono includere:
• dolore alle ossa;
• malessere o dolore al petto;
• ulcerazioni della pelle;
• gonfiore del braccio (in prossimità della
mammella con il tumore);
• perdita di peso;
• dolore addominale;
• affanno.
I test impiegati per la diagnosi delle
pazienti con carcinoma mammario includono
generalmente:
• mammografia, per lo screening del
carcinoma mammario e l'identificazione dei
noduli al seno;
• biopsia della mammella, effettuata con
metodiche quali ago aspirato, biopsia con
ago a scatto (che impiega un ago di calibro
maggiore), tecnica con guida stereotassica o
ecotomografica, oppure tecnica a mano
libera;
• Risonanza Magnetica (RM), per
l'identificazione del nodulo o la
valutazione di un'alterazione anomala
rilevata da una mammografia;
• ultrasuoni, per verificare se il nodulo è
solido o contiene liquido;
• Tomografia a Emissione di Positroni (o PET,
dall'inglese Positron Emission Tomography),
generalmente utilizzata quando le altre
metodiche non hanno fornito informazioni
sufficienti.
Grado e sottotipi
Solitamente, nel carcinoma mammario viene
valutato il grado istologico, che può
aiutare a determinare l'aggressività del
tumore, la prognosi della malattia e
l'approccio di cura. I tumori di grado più
alto sono associati a tassi di sopravvivenza
più bassi: ad esempio, i tassi di
sopravvivenza a cinque anni per le pazienti
con tumore di grado 1, 2 e 3 sono del 95%,
75% e 50%, rispettivamente2.
Le biopsie del carcinoma mammario aiutano a
stabilire le caratteristiche molecolari del
tumore, che possono avere un ruolo
importante nella programmazione delle cure.
I marker analizzati più di frequente
includono quelli che indicano la presenza di
recettori degli ormoni estrogeno (ER-positivi)
e progesterone (PR-positivi) e l'eccesso di
copie di un gene denominato HER2.
Circa il 70% di tutti i carcinomi mammari
invasivi sono positivi ai recettori degli
estrogeni e/o del progesterone al momento
della diagnosi e vengono trattati quasi
sempre con la terapia detta ormonale. I
carcinomi mammari con sovraespressione di
HER2, ritenuti più aggressivi e soggetti a
un maggiore rischio di recidiva rispetto a
quelli tipo HER2-negativo, possono essere
trattati con una terapia anti-HER2 mirata.
Impatto psico-sociale
Le pazienti affette da carcinoma mammario
avanzato hanno necessità e bisogni ben
diversi rispetto alle donne con carcinoma in
stadio iniziale che riguardano:
• i sintomi della malattia, generalmente più
gravi nei casi avanzati;
• le cure, continue e sempre diverse;
• gli esami da eseguire periodicamente;
• gli effetti collaterali dovuti ai
trattamenti;
• la necessità di terapie di supporto e di
sostegno psicologico.
Spesso, la carenza di programmi specifici a
supporto delle donne che si trovano in
questa fase di malattia lascia le pazienti
sole e senza punti di riferimento e
interlocutori, persino tra gli amici: si
stima che dal 22 al 50% delle pazienti
sperimenti elevati livelli di sofferenza
psicologica, tanto da sviluppare
depressione, mentre il 33% rischia di
sviluppare un disturbo acuto da stress.
Dal sondaggio BRIDGE (BRIDging Gaps,
Expanding outreach), che ha coinvolto oltre
1.300 donne con ABC di 13 Paesi, emerge che
per circa una paziente su due questa
malattia riceve una considerazione
insufficiente e che amici e familiari si
sentono a disagio nel parlarne.
Un altro aspetto che accresce il senso di
solitudine delle pazienti è la tendenza
degli organi d’informazione a occuparsi più
della prevenzione e delle strategie per
evitare la malattia, sottolineando le buone
possibilità di cura per le fasi iniziali,
che della condizione delle donne che
combattono contro la malattia negli stadi
avanzati.
Oggi però sul fronte del tumore al seno
avanzato molte cose stanno cambiando grazie
a una migliore conoscenza della malattia e
ai progressi delle terapie che permettono a
molte pazienti di vivere più a lungo e con
una discreta qualità di vita.
Dare qualità al tempo strappato alla
malattia e assicurare alle pazienti la
migliore assistenza, le migliori terapie e
un supporto costante, è l’obiettivo intorno
a cui sta prendendo corpo una nuova fase
dell’impegno delle Associazioni delle
pazienti, oggi sempre più impegnate nel dare
voce ai bisogni specifici delle donne con
tumore al seno avanzato.
1. METAvivor Research & Support, Inc.
(2011). International Survey Identifies Key
Support and Lifestyle Needs of Metastatic
Breast Cancer
(MBC) Patients. Abstract BP120. Available
at: http://www.metavivor.org/PDFs/LisbonSurveyPoster.pdf.
Accessed on March 22, 2012.
2. Buckley N, Isherwood A. Breast Cancer.
Decision Resources, March 2011.
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