Cheratosi
attinica 2
(>ARTICOLO
1<)
Le 7 regole da osservare per difendere la
pelle
I dermatologi richiamano l’attenzione
sull’importanza di conoscere
e diagnosticare per tempo la cheratosi
attinica, lesione tumorale della pelle
in fase precoce la cui principale causa sono
i raggi solari.
Da poche settimane disponibile anche in
Italia l’ingenolo mebutato in gel,
rapido ed efficace, che consente, in due o
tre giorni di terapia,di curare le lesioni permettendo un’aderenza
ottimale al trattamento.
L’innovazione terapeutica nel trattamento
della cheratosi attinica
è stata sviluppata da LEO Pharma, azienda
danese leader mondiale in Dermatologia che
in questi giorni festeggia i primi 30 mesi
di presenza operativa in Italia.
Roma, 8 luglio 2014 – L’estate entra nel
vivo e i dermatologi rinnovano l’invito a
non sottovalutare i possibili rischi per la
pelle associati all’esposizione al sole.
L’attenzione quest’anno non è rivolta solo
al melanoma, ma anche a patologie meno
conosciute come la cheratosi attinica, una
lesione tumorale della pelle causata
dall’esposizione ripetuta negli anni e non
protetta ai raggi ultravioletti del sole,
che colpisce milioni di persone in Italia e
nel mondo. Secondo alcune stime, circa il
60% della popolazione generale sopra i 40
anni di età con una storia di prolungata
esposizione al sole ha sviluppato almeno una
lesione da cheratosi attinica2 e la
prevalenza è in costante aumento. In Italia
la patologia colpisce circa l’1,4% della
popolazione italiana sopra i 45 anni, il 3%
dopo i 743.
Velisti e agricoltori, tennisti e sciatori,
marinai e muratori, ma anche chi
semplicemente passa molto tempo al sole,
rappresentano le categorie a maggior rischio
di cheratosi attinica, a causa appunto della
frequente e continuativa esposizione ai
raggi solari. L’età è un fattore di rischio
importante: dopo i 50-60 anni i casi
aumentano progressivamente3. Anche il tipo
di pelle influenza il rischio di avere
cheratosi attinica, con una maggiore
probabilità per chi ha la pelle più chiara e
tende più spesso a scottarsi al sole.
Ma con l’estate siamo tutti sotto il tiro
dei raggi UV il cui effetto, cumulandosi
negli anni, può causare queste lesioni della
pelle che, se trascurate, possono evolvere
in un carcinoma squamocellulare invasivo (SCC),
il più frequente tumore della pelle
non-melanoma. Secondo i dati italiani AIRTUM
(Associazione Italiana Registro Tumori) i
tumori della pelle non-melanoma sono le
neoplasie più frequenti; in Europa la loro
incidenza è di 113-146 casi ogni 100.000
abitanti (Cakir et al., FPSCNA 2012).
«La cheratosi attinica si può considerare
una forma di carcinoma allo stadio iniziale
o “in situ”, caratterizzata da lesioni che
possono evolvere in carcinoma squamoso
invasivo», afferma Giovanni Pellacani,
Professore ordinario di Dermatologia e
Direttore Clinica Dermatologica, Università
degli Studi di Modena e Reggio Emilia. «Non
è possibile prevedere quale e quando una
delle numerose lesioni attiniche andrà
incontro a una progressione in carcinoma
squamoso cellulare, tumore maligno che
richiede una diagnosi precoce e un
trattamento adeguato di tutte le lesioni».
Le cheratosi attiniche non vanno mai
sottovalutate. L’osservazione diretta della
pelle aiuta a riconoscere le lesioni a
rischio di degenerazione. Per favorire la
diagnosi tempestiva vengono suggerite 7
regole, da tenere presenti non solo nel
corso dell’estate ma in qualsiasi periodo
dell’anno. La regola fondamentale, valida
per tutte le patologie cutanee, è tenere
sempre d’occhio la pelle specie se ci si
espone, o ci si è esposti, con frequenza al
sole.
Non trascurare nessuna variazione della
cute e osservare con attenzione ogni lesione
sospetta. Il modo più efficace per farlo è
l’autoesame della pelle da eseguire con
l’ausilio di uno specchio e di una buona
illuminazione. Volto, cuoio capelluto,
collo, torace, mani e avambracci, gambe, le
zone più coinvolte da osservare con
attenzione. Le macchie che possono
rappresentare un campanello di allarme per
la cheratosi attinica sono quelle che
appaiono rugose al tatto, quelle squamose o
con crosta, quelle di colore rosa, rosso o
marrone. È fondamentale rivolgersi al
dermatologo in caso di lesioni sospette.
Infatti, la diagnosi tempestiva permette
di instaurare un’adeguata terapia che oggi
può avvalersi di diverse opzioni: la
strategia ottimale consiste nel curare non
solo la lesione, ma anche la cute
fotodanneggiata circostante, il cosiddetto
campo di cancerizzazione, per prevenire la
comparsa di nuove lesioni sulla stessa area
cutanea o la recidiva di quelle già
trattate4. Infine, non vanno mai dimenticate
le precauzioni indicate per proteggere la
pelle dal sole, come l’uso di creme con alto
fattore di protezione. Da poche settimane è
disponibile anche in Italia un nuovo farmaco
in gel, a base di ingenolo mebutato, un
prodotto innovativo5, attivo sia sulle
singole cheratosi attiniche che sul campo di
cancerizzazione6, frutto dell’impegno di LEO
Pharma, azienda farmaceutica danese leader
in Dermatologia.
«L’ingenolo mebutato è un prodotto
attivo sulle cheratosi attiniche e sul campo
di cancerizzazione in grado di agire
efficacemente e rapidamente e richiede solo
2-3 giorni di applicazione», osserva il
Professor Giovanni Pellacani. «I principali
vantaggi di questo gel consistono nella
breve durata della terapia, nell’efficacia
anche a lungo termine, sia sulle lesioni che
sul “campo”; tale efficacia si associa
all’altissima aderenza e alla facile
gestione delle reazioni locali».
La cheratosi attinica è, insieme alla
psoriasi lieve-moderata, uno dei focus
terapeutici dell’innovazione portata in
Dermatologia da LEO Pharma, leader mondiale
in ricerca e sviluppo per il trattamento
delle patologie della pelle, che in questi
giorni festeggia i suoi primi 30 mesi di
presenza in Italia. Un’avventura iniziata a
gennaio 2012, nel mezzo della crisi
economica più devastante del dopo-Guerra e
in un periodo particolarmente negativo per
gli investimenti esteri in Italia.
Una sfida “controcorrente” che nel tempo
ha pagato. «Questi primi 30 mesi di
attività sono stati sicuramente molto
sfidanti e faticosi ma anche ricchi di
soddisfazioni e vissuti con grande
entusiasmo», commenta Paolo Cionini, General
Manager LEO Pharma Italia. «Abbiamo
cominciato da zero e costruito, passo dopo
passo, un’azienda che oggi conta più di 80
persone tra sede e territorio e che ha
lanciato due farmaci per la cura di
importanti patologie della cute. Riuscire a
fare la differenza nel trattamento della
psoriasi lieve e moderata e, da pochi mesi,
della cheratosi attinica rappresenta il
nostro vero successo».
La strategia di LEO Pharma in Italia fa
leva, oltre che sull’innovazione
terapeutica, anche sulla promozione della
cultura dermatologica, la collaborazione con
le società scientifiche e la partnership con
le associazioni dei pazienti.
«I traguardi che abbiamo raggiunto in
questi mesi sono stati resi possibili non
solo dal lavoro di team di una squadra,
giovane, motivata e coraggiosa, che non si
accontenta mai dei risultati raggiunti ma
cerca ogni giorno di migliorarsi e di
spingersi oltre, ma anche dalla
collaborazione e la partnership con le
principali associazioni scientifiche
dermatologiche, con le istituzioni e con le
associazioni pazienti», aggiunge Paolo
Cionini. «Il nostro traguardo, per i
prossimi 30 mesi, è quello di consolidare la
nostra presenza sul mercato perseguendo un
modello diverso di fare azienda, raggiungere
l’eccellenza in campo dermatologico e
continuare a perseguire il nostro obiettivo
a lungo termine: migliorare la qualità di
vita dei pazienti e continuare a cercare
soluzioni sempre più “su misura” per una
pelle più sana».
Cheratosi attinica:
le 7 regole dell’esperto
1) Prestare particolare attenzione
alla condizione della propria pelle,
specialmente se ci si è esposti regolarmente
al sole per motivi professionali o per
hobby.
2) Non trascurare eventuali cambiamenti
della pelle, come comparsa di macchie,
lesioni e zone a differente colorazione o
che presentano sensibilità al tatto.
3) Non trascurare macchie appena visibili o
al tatto ruvide e rugose.
4) Non sottovalutare sintomi come prurito,
bruciore o sensazione di avere una scheggia
nella pelle.
5) Eseguire l’autoesame della pelle
scrupolosamente, con l’ausilio di uno
specchio e di una buona illuminazione
prestando attenzione anche a zone meno
visibili (come per esempio orecchie e cuoio
capelluto).
6) Adottare le precauzioni per proteggere la
pelle dal sole come l’uso di creme solari
con un fattore di protezione sia per i raggi
UVB che per quelli UVA e limitare
l’esposizione nelle ore centrali.
7) Rivolgersi sempre al dermatologo in caso
di macchie o lesioni sospette, che tendono a
non guarire.
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