Grande merito, dicono gli studiosi, è l’aver rivolto
attenzione all’aspetto estetico per dare l’impressione non di un
cadavere ma di un dormiente.
Dario Piombino, che lavora a un programma
mondiale di ricerche e test con Albert Zink, sul fenomeno della
mummificazione, da tempo ricercava la formula segreta di Alfredo
Salafia, tassidermista e imbalsamatore palermitano che aveva
mantenuto intatto il corpicino di Rosalia Lombardo, morta il 6
dicembre 1920 ad appena due anni.
La nipote del Salafia, Anna, gli ha consegnato un
manoscritto, in una carpetta blu, dove era contenuta la misteriosa
formula, scomparsa con la morte per ictus del Salafia.
La piccola Lombardo
Una miscela di formalina, glicerina, Sali di zinco,
alcool e acido salicilico. Quasi tutti questi ingredienti si usano
ancora oggi e a essi si poteva aggiungere un trattamento del volto con
paraffina disciolta in etere, giusto per mantenere un aspetto vivo e
tondeggiante. Il Salafia con questa formula rivoluzionava le tecniche
per immersione adoperate fino allora per avviare il processo di
mummificazione. Questa tecnica messa a punto è uno dei primi esempi
dell’uso della formaldeide per l’imbalsamazione umana.
E’ stato radiografato il corpo con difficoltà perché
la bara è circondata dal piombo, sono ben visibili il fegato, il
cervello e un polmone. Ciò è stato ritenuto indispensabile per
salvaguardare la piccola mummia dal degrado, si dovrà aprire la bara per
una pulizia più accurata e per sistemarla in un’altra teca per
monitorare la temperatura, l’umidità e la luce. Infine in collaborazione
con l’Università di Palermo si procederà a individuare le cause della
morte.
Giornale di Sicilia del 27 gennaio 2009
La mummia di Rosalia è conservata presso le
CATACOMBE DEI CAPPUCCINI IN PALERMO>>