Il rispetto avuto ai trapassati di ogni nazione, il
desiderio di allontanare dal corpo degli avi le conseguenze della morte,
il desiderio di mantenere incorrotte le care spoglie dei congiunti hanno
suggerito in ogni tempo artefici atti a raggiungere tale scopo. Ma il
prodigarsi con l’uno o con l’altro mezzo, non ha avuto il successo che la
natura da sola, o con pochi aiuti, raggiunse per bloccare il processo
putrefattivo.
Corridoio di accesso
L’esempio tangibile di
tale processo è il Cimitero sotterraneo dei Cappuccini impropriamente
chiamato "Catacombe".
Si trova al di fuori della cinta muraria della
città e la sua costruzione risale presumibilmente intorno al 1599 per
opera dei Cappuccini i quali sin dal loro sorgere, hanno avuto come
apostolato gli ospedali, l’assistenza ai moribondi, e spesso erano
chiamati per assistere gli eserciti sui campi di battaglia.
Corridoio principale:
reparto uomini mummificati
Tale apostolato quindi,
dava loro la possibilità di trovarsi a contatto con persone povere, senza
legami familiari, la maggior parte morivano negli ospedali o nelle strade
e spessissimo rimanevano insepolti. I Cappuccini , in special
modo, ebbero cura di questi miserabili, provvedendo ad assisterli nella
malattia, nel seppellirli nel momento della loro morte e nel suffragare le
loro anime con la preghiera.
Vennero a Palermo intorno al 1533 ed ottennero una
piccola chiesetta, dedicata a S. Maria della Pace, fuori le mura della
città, edificata a ricordo della pace che fecero i due fratelli normanni,
Ruggero e Boemondo, per motivi di guerra; da allora i Cappuccini non hanno
mai cambiato sito. La prima sepoltura fu costruita nel lato meridionale
della chiesa e consisteva semplicemente di una fossa; ben presto la fossa
divenne insufficiente quindi iniziarono lo scavo di una seconda fossa
dietro l’altare maggiore, si dice, utilizzando l’esistenza di antiche
grotte.
Cadavere esposto ancora nel colatoio
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