I DINTORNI
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Lontana da Palermo e da Messina, in una zona d’antica
civiltà bizantina, di totale ipoteca basiliana, fuori da ogni
influenza araba o normanna , chiuso tra il mare e la muraglia
etnea, S.Agata Militello è divenuto enclave catanese, a
sofferto sempre di labilità, di mancanza di consistenza
storica.
Ma certo ha tracciato negli anni una sua sottostoria, ha
disegnato una sua precisa identità, ha tessuto una rete di
memorie...
Il più lungo viaggio nel tempo è stato certamente compiuto
dalla singolare festa del “Muzzunì” che ha luogo ad Alcara
li Fusi il 24 giugno, gli studiosi hanno individuato nella
festa una mescolanza di elementi originari tributate un tempo
a divinità ctonie.
Altro rimando ai culti delle divinità può farsi
probabilmente le pratiche che i devoti effettuano nel
pellegrinaggio al Santuario delle Tre Verginelle nel comune di
Tortorici.
Ancora intrinsecamente connesse le “cavalcate” , cortei
professionali votivi e celebrativi che si svolgono a
S.Fratello e Capizzi.
Prova di abilità e a Floresta tiro col fucile; o
prove di fede, devozione e forza sono le processioni in onore
dei Santi Patroni dei diversi paesi nebroidei, i cui simulacri
sono portati a spalla sulle pesantissime vare da decine di
persone, di corsa o al ritmo di allegre marcette, S.Biagio a
Militello Rosmarino, S.Sebastiano a Mistretta e Tortorici,
S.Calogero a Cesarò, il Signore della Pietà a Ucria , i Tre
Santi a Galati Mamertino; ridondanti di spighe , piante
aromatiche dolci di mandorla, S.Basilio a S.Marco d’Alunzio,
S.Biagio a Baronia, o adorni di decine di trecce votive
colorate S.Nicolò ad Alcara li Fusi, S.Leone a Longi. E tante
altre tutte da vedere... |