Castellammare del Golfo
...è uno degli angoli più belli della
Sicilia e dell'intero Mediterraneo, di fronte a quella che può essere
considerata la perla dell'omonimo golfo che ha forma semicircolare, con un
diametro di circa 20 chilometri, delimitato dai capi Raisi e San Vito. La costa
frastagliata di quest'ampia insenatura, con i suoi faraglioni e le calette
tranquille, menta qualche giorno di sosta, e i fondali, che scendono sino ai 500
metri, per la loro morfologia e per la ricchezza di flora e fauna manna sono un
vero paradiso per i sub.
Nella parte occidentale del golfo troviamo
Scopello, un
pittoresco borgo sorto attorno alla corte di un Baglio (stabilimento), che si
caratterizza per i suoi faraglioni ricchi di flora mediterranea che si gettano a
precipizio nel mare Vale la pena una visita alla vecchia tonnara e alle botteghe
artigiane per la lavorazione della ceramica.
Incastonata nel bellissimo golfo tra il litorale e il monte
Inici lussureggiante di vegetazione, e una nota località balneare con magnifiche
spiagge, appartate calette scogli e faraglioni uno dei tratti più spettacolari
della costa siciliana.
In occasione della Festa di SS Maria del Soccorso (19-21
agosto) la processione in mare è illuminata da diecimila candele galleggianti.
Originariamente il golfo e la zona circostante costituivano l'emporio di
Segesta, il luogo m cui gli
Elimi esercitavano il commercio con gli stranieri. I
cartaginesi fecero dell'emporio uno dei più grandi centri fortificali durante le
lotte con la vicina Selinunte Dopo le guerre puniche, tramontata la potenza
cartaginese, la zona venne valorizzala dai romani che ribattezzarono il centro
«Al Madarig» (gli scalini) lo resero inespugnabile con la costruzione di un
fortilizio e ne favorirono la vocazione commerciale con l'insediamento di una
tonnara. Nell'827 d.C. il luogo passò sotto la dominazione araba. Tra il 1071 ed
il 1282 la zona venne governata da normanni e svevi, che costruirono la fortezza
sul mare e la chiamarono per questo «Castello a Mare». Un ulteriore impulso allo
sviluppo della città si ebbe nel periodo della dominazione aragonese, quando
divenne centro commerciale per il trasporto del grano. L'espansione urbanistica
tra il XVII e il XIX secolo si strutturò inizialmente sul modello a croce di
strade per poi ampliarsi con nuove vie e isolati sino a raggiungere le pendici
del monte. Entrando a Castellammare del Golfo attraverso la via Crispi, girando
a destra si giunge in corso Garibaldi, dove, a 400 m, è la lapide che ricorda il
soggiorno di Giusppe Garibaldi.
Proseguendo sulla stessa strada si arriva alla
chiesa di S.
Antonio da Padova, edificata nel 1644, in cui è conservato un organo del 1902.
Proseguendo a sinistra e la chiesetta del Purgatorio, documentata già nel XV
secolo, il cui interno è impreziosito da cinque altari e da alcune tele del
XVIII secolo.
Al termine del corso, girando a destra per piazza Matrice, si
giunge alla Chiesa Madre. Risalente probabilmente alla seconda metà del XV
secolo, la chiesa venne più volle modificata nel 1726 per conto e a spese del
principe Baldassare Naselli e riaperta al culto nel 1736 Architetto fu Giuseppe
Mariani, costruttore Carlo Bruno. L'interno della chiesa, dedicata alla SS.
Vergine del Soccorso, patrona della città, è preceduto da un vestibolo con
l'organo è sormontato da un antico crocifisso in legno. Nella cappella in fondo
alla navata laterale di sinistra si trova il simulacro della Patrona, realizzato
probabilmente dalla scuola di Luca della Robbia. Pregevoli gli affreschi che
decorano la volta e le pareti: quello che raffigura la regina Ester dinnanzi al
re Aussero, posto sopra l'ingresso principale, Giuditta, vicino all'arco del
presbiterio, l'Assunzione della Madonna in ciclo sollevata dagli angeli, nel
grande medaglione centrale. Gran parte degli affreschi venne realizzata dal
pittore Giuseppe Tresca nel 1768.
Girando a destra all'uscita della chiesa si giunge in via
Ponte Castello, che conduce costeggiando le mura del castello e oltrepassando il
ponte fino alla chiesa del Rosario, edificata probabilmente nel 1093 e
impreziosita da un portale cinquecentesco decorato nel timpano triangolare da un
bassorilievo marmoreo del Gagini.
Al termine della via è il nucleo centrale dell'antica città
con il suo castello posto su un piccolo promontorio a fianco del porto.
Esistente sin dall'epoca del conte Ruggero, l'attuale edificio fu costruito dai
saraceni, fortificato da normanni e svevi e poi ricostruito dagli aragonesi.
Ripercorrendo a ritroso la via Garibaldi si giunge ai Quattro Canti, animato
centro cittadino, e quindi, proseguendo per corso Mattarella, si arriva al
complesso dell' ex chiesa di Maria SS. Degli Agonizzanti e del convento dei PP.
Crociferi, della seconda metà del Seicento, sede del Municipio e centro
culturale polivalente.