La Musica del Sole
il sito di Sara Cappello
Dedicato alla musica popolare tradizionale siciliana

Home Page Il taccuino di Sara I miei CD preferiti Strumenti tradizionali Guest Book Cultura popolare Musica popolare
Cantastorie Rosa Balistreri Ascolta la musica Foto Album Un invito speciale Video Contatta Sara

La musica popolare siciliana: I CANTASTORIE

 

I Cantastorie ciechi

"Li poveri orbi e ciechi di tutti due occhi, che come è notissimo sogliono vivere col mestiere di cantare e recitare per le strade orazioni sacre e profane e soprattutto improvesar poesie nelle feste plebee in onore dè Santi che fuori de tempij nelle piazze e contrade espongonsi della città, sono l’istessi poeti popolari appellati ciclici poetae che fecero figura presso gli antichi in Italia a’ tempi de’ Greci e dè Romani"  così scrive il Marchese di Villabianca nel Settecento, e Lionardo Vigo nell’Ottocento a proposito dei cantastorie ciechi:

"i ciechi, in tutta la Sicilia vivono suonando il colascione, chi il violino, e cantando canzoni e storie sacre e profane. Quasi tutti coloro che nascono ciechi o perdono in gioventù il ben della vista, si addicono al mestiere del canto e della musica.." 

Anche Pitrè così li descrisse: "i sonatori di violino in Sicilia sono quasi tutti ciechi e perciò chiamati per antonomasia orbi…l’orbo nato o divenuto tale nei suoi primi anni, non sapendo cosa fare per vivere, impara da fanciullo a sonare, e non solo a sonare, ma anche a cantare…le molte feste popolari dell’anno gli danno sempre qualche cosa da guadagnare."

Gli Orbi, erano suonatori e cantori ciechi di solito accompagnati da ragazzetti, riuniti in Congregazione intestata all’Immacolata Concezione, a Palermo sotto la guida dei Gesuiti fin dal 1661; essi avevano il compito dettato dalla Chiesa, di diffondere presso il popolo, testi con argomento di carattere religioso allo scopo di addottrinare la gente attraverso il canto: storie di Santi, canti della Natività, della Passione. A loro era proibito suonare musiche cosiddette profane: dovevano attenersi al repertorio scritto dai sacerdoti uno dei quali fu Giovanni Carollo, fondatore di una scuola per ciechi a Palermo nel 1871, maestro di musica e compositore di canti religiosi.

Anticamente si facevano loro elemosine, affinché cantassero i rosari per i morti il lunedì, le orazioni per le Anime dei Corpi Decollati dal lunedì al venerdì, i triunfi, le diesille dedicate a parenti morti, figli, genitori, fratelli, le novene per il Natale. 

Oggi è scomparsa la figura degli Orvi, chiamati anche ninnariddari, sunatura; gli ultimi cantastorie di Palermo, tradizione ancora vivente fino agli anni settanta, sono stati Rosario Salerno, Angelo Cangelosi, Paolo Arrisicato, Salvatore Rizzo e Fortunato Giordano.

I CANTASTORIE DI OGGI>>

 

< cappellosara@virgilio.it >

Crediti - GuestBook:<leggi><scrivi>

INFO LINE1: +39 333 4813467  -INFO LINE2: +39 329 5670724 - cappellosara@virgilio.it
Copyright 2005/2013 ©PalermoWeb.com - ©Sara Cappello - Questo sito partecipa al programma Anch'iOnLine di PalermoWeb
Ogni riproduzione è vincolata da autorizzazione dell'autore del sito