Mappa Sito

Nuovo Sito clic qui

 

 

PANORMUS - LUOGHI

I misteri della città !

< Segue

La grotta nella seconda metà del settecento fu visitata dal marchese di Villabianca che lasciò un’ampia descrizione di quello che aveva visto nei suoi “opuscoli palermitani”.


La casa dell’avvocato Giovanbattista Baldi si trova a S.Cosimo nella Vanella di S.Maruzza, nel quartiere Capo.

Dal primo piano dell’ingresso di questa casa, passando da una porticina, si arriva in un piccolo baglio scoperto, in cui sorge un albero boschigno, e il piano su cui cammina non è altro che lo strato di una volta ben larga, che copre la grotta sottostante.

Nel centro della volta vi è un occhio con grata di ferro che serve da spiraglio e lume alla sotterranea caverna -“in questa scendersi per cinque scoglioni di pietra rustica che in faccio presentarvi in una piccola oscura stanza con in mezzo un tavolo, da qui si entrava nella principale grotta ove trovasi una ben larga camera con sedili tutto all’intorno e col comodo di cava o sia nicchie e scansie nelle quali si posavan l’armi si di fuoco che di ferro”.
… "qui adunavansi questi sectarij e vi tenevano le loro congreghe in luoghi oscuri e dopo il tocco della mezzanotte vi capitavano onde e tutte facevansi a lume di candela”.

Aggiunge il Villabianca che, oltre l’ingresso di casa Baldi, in vicolo degli orfani esisteva un altro accesso alla grotta.
Questa, facente parte di un vasto complesso di cavità di quello che era il letto naturale del fiume Papireto, è ricavata nella sua sponda di sinistra in un grosso blocco di calcarenite.

Nei secoli, la grotta venne interessata, ora come luogo di riunione segrete (secondo quanto tramandatoci dalle tradizioni), ora come "butto", cioè come immondezzaio privato, sfruttando la preesistenza dell’ipogeo, ora come rifugio durante le incursioni aeree della seconda guerra mondiale.

Ma la vera funzione per cui fu utilizzata sin dal XVIII secolo, per le sue caratteristiche si richiama a quelle che erano le camere dello scirocco.

Il baglio scoperto esiste ancora, ma l’albero boschigno che copriva l’accesso alla grotta è stato tagliato tanto tempo fa e, rimane un gioioso giardino di limoni e pergole.

All’antro, accessibile da nove gradini, si perviene attraverso un piccolo ingresso che dà sul vicolo degli orfani dove sorge una vasca seicentesca con un ninfeo in pietra lavica, alimentata da una vecchia torre d’acqua.

Al centro di essa si vede ancora il buco o lucernaio, anche se oggi risulta ostruito da una costruzione, la cavità in un angolo, sulla parete di sinistra, contiene un profondo pozzo seriale con piccoli incavi dette “pedarole” per raggiungere la sorgente alimentata d’acqua limpidissima.

E’ attorniata da un sedile in pietra ricavato nella stessa roccia, sulla parete di destra è scavata una nicchia aperta che fa pensare ad un passaggio.

Accanto ad essa, alla profondità di tre metri e mezzo, c’è un cunicolo che porta ad altre due grotte, che sicuramente custodiscono nuovi misteri.

Secondo la testimonianza dello storico G. Bruno Arcano (1873), che visitò il luogo lasciando minuziose indicazioni sul sito, dovevano trattarsi di due cunicoli di fuga.

In realtà, nel proseguimento dei lavori di liberazione dei materiali di risulta che ricolmava l’ingrottato, si è capito che si trattava di un secondo lucernaio atto a migliorare la ventilazione.

Analizzato il terriccio che componeva il materiale ostruttivo, sono stati trovati diversi oggetti di differenti epoche, ma la cosa che ha fatto scalpore è il ritrovamento di un puntale conico di ferro che altro non è che un porta-fiaccola da parete.

Quest’ultimo ritrovamento richiama certamente a presupposti sull’esistenza dei sectarij… ma a dir del Villabianca alla fine del settecento di quella terribile organizzazione “se n’era già perduta la semenza”.

Continua >>


Le foto e i testi di questo sito sono protetti da copyright 2002/2022 ©Carlo Di Franco e concessi in esclusiva a ©PalermoWeb.com
E' possibile, su richiesta, ottenere delle copie per usi commerciali: contattaci