Nuovamente il trasferimento è rinviato, al
seguente epilogo per altre due domeniche, alla terza domenica, quando si
ripresentarono i fedeli di Vergine Maria, trovarono i pescatori della
borgata schierati con i remi in mano a mò di lancia a difesa di Sant’Antonino
e dicendo a loro di andarsene perché il Santo aveva deciso di rimanere
all’Arenella.
Tra i due contendenti la gente del posto
racconta che avvenne una vera battaglia a colpi di remi che duro diversi
anni, da quest’episodio nasce la festa per questo Santo che ogni anno a
giugno, la processione del fercolo viene imbarcata in un peschereccio e
attraversa tutto lo specchio d’acqua che va dall’Arenella fino a Vergine
Maria e viceversa per Acquasanta e rientra nel porticciolo.
Fino a non troppi anni addietro pare che la
caratteristica della processione oltre che a svolgesi a mare, continuasse
anche simbolicamente, le botte di remi tra le due contendenti contrade
marinare.
Oggi sono poche le varianti ad un rito ormai
centenario, ma d’aneddoti su questa statua ce ne sono tanti, come quello
di un restauro, voluto negli anni 60 dal nuovo parroco della moderna
chiesa, aveva pensato di riconsegnarlo ai fedeli, provvisto di bambinello,
al suo nuovo mostrare ci fu il malcontento della gente che non apprezzò la
nuova trasformazione.
Qualcuno nel vederlo dubita che la statua
possa appartenere all’effige di Sant’Antonino, ma gli abitanti dell’Arenella
hanno sempre mostrato il loro volto più accattivante.
La statua in legno di cipresso pitturata (con
un colore di vernice che nei tempi si è reso scuro) si presenta con il
saio dell’ordine in posizione dritta, più volte restaurata con un lavoro
sommario, con il viso da semplice giovanetto, reca nel braccio sinistro un
messale, dove si riscontra la scritta: Mirabilis deus insactis suis (meraviglioso Dio follia sua), forse aggiunto in tempi passati e, la mano
destra protesa in avanti nell’atto di presentare un giglio simbolo della
purezza anch’esso in argento.
Anticamente il simulacro era rivestito,
durante la festa da un saio di colore bruno scuro ed in lui erano
applicati degli ex voto d’argento a forma di pesce dono dei pescatori
affinché il Santo possa intercedere per un’abbondante pesca.
Rimosso negli anni a venire il Santo viene
mostrato nella sua reale entità e, adornato da una collana d’argento con
grosse maglie che al centro riporta un medaglione in filigrana dove si
pensa possa contenere una piccola reliquia.
Per sortilegio, oggi gli ex voto vengono
appesi in una fascia che viene applicata al busto del simulacro con tanto
di nastrini rossi.
Continua>>