Tumore del polmone, è sempre emergenza
Argomento tumore polmoni:
Tumore del polmone, è sempre
emergenza.
Dalla medicina personalizzata parte la
guerra al big killer
Carcinoma polmonare in aumento tra
donne e non fumatori.
Il silenzio dei media alimenta paure e tabu.
L’identificazione di anomalie geniche e
l’arrivo di farmaci mirati efficaci segnano
dopo decenni una svolta nello scenario di
questo tipo di tumore.
Per tutto novembre, mese internazionale
di sensibilizzazione, riflettori accesi sul
big killer, principale causa di morte per
tumore nel mondo.
La medicina personalizzata e la
conoscenza dei meccanismi molecolari
alterati
aprono nuove prospettive di cura,
consentendo di trattare per la prima volta
anche tumori finora privi di una terapia
specifica, come quelli ALK-positivi,
cambiando la qualità di vita dei pazienti.
Identificate le sequenze di DNA
difettoso, scovata con un test la mutazione
specifica, non resta che “disegnare” in
laboratorio il farmaco mirato, capace di
colpire l’anomalia molecolare che fa
impazzire le cellule, facendole moltiplicare
all’infinito. Sono i tre passaggi chiave per
lo sviluppo delle terapie target che, dopo
aver cambiato lo scenario in molte aree
dell’Oncologia, oggi stanno aprendo nuove
prospettive anche nel trattamento del tumore
del polmone, in particolare quello “non a
piccole cellule” (NSCLC).
Questa forma di tumore è la più diffusa
al mondo: prima causa di decesso per tumore
tra gli uomini, terza causa nella
popolazione femminile; responsabile in
Europa di 350.000 nuovi casi l’anno e di un
milione di morti nel mondo. Solo in Italia
si ammalano di cancro del polmone 39.000
persone l’anno, l’11% di tutte le diagnosi
di tumore, che incidono per ¼ sulla
popolazione femminile e per ¾ su quella
maschile. Nel corso della propria vita un
uomo su 9 e una donna su 36 vanno incontro
al rischio di sviluppare un tumore del
polmone indipendentemente dai fattori di
rischio.
Novembre è stato dichiarato dalla Global Lung Cancer Coalition
“Mese di
sensibilizzazione mondiale del tumore del
polmone”, con l’obiettivo di far crescere
l’informazione e la conoscenza di questa
neoplasia i cui sintomi, subdoli, sono
motivo di diagnosi tardiva e per la quale,
nonostante il silenzio e i tabu, sono enormi
i progressi compiuti dalla ricerca, grazie
al contributo della medicina personalizzata
e delle terapie a bersaglio molecolare,
sulle quali hanno fatto il punto a Roma
alcuni dei principali Opinion Leader
italiani.
«Nell’80% dei casi il tumore del
polmone è correlato al fumo di sigaretta: un
fumatore che consuma 20 sigarette al giorno
per vent’anni ha un rischio del 2.000% di
ammalarsi, mentre il fumo passivo aumenta
questo rischio del 20-30%», dichiara il
professor Andrea Ardizzoni, Direttore della
Struttura Complessa di Oncologia Medica
dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Parma. «Il carcinoma polmonare è una
malattia tipica dell’età avanzata: la
diagnosi avviene di solito attorno ai 65-70
anni e a causa dell’invecchiamento della
popolazione l’età alla diagnosi si sposta
sempre più avanti negli anni. Grazie alla
legge Sirchia abbiamo assistito ad una
flessione annua (-2%/annuo) dei tumori
polmonari negli uomini, mentre i nuovi casi
sono in aumento tra le donne. Un fenomeno
emergente è la comparsa di tumori polmonari
tra le persone che non hanno mai fumato».
Da alcuni anni lo studio dell’assetto genico
del cancro ha modificato radicalmente la
classificazione dei tumori polmonari. È
ormai superata la tradizionale distinzione
tra carcinoma polmonare “a piccole cellule”
e “a grandi cellule”: all’interno del
carcinoma polmonare “non a piccole cellule”
(NSCLC) vengono distinti tumori anaplastici,
squamosi e non squamosi, questi ultimi
chiamati adenocarcinomi. Tale distinzione è
imprescindibile per identificare l’opzione
terapeutica corretta, scelta sulla base
delle informazioni istologiche e
genetico-molecolari del singolo tumore.
«L’adenocarcinoma rappresenta il
60-70% di tutti i tumori polmonari non a
piccole cellule (NSCLC)», afferma il
professor Lucio Crinò, Direttore della
Struttura Complessa di Oncologia Medica
dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. «Nel
40% dei casi di adenocarcinoma non sono
ancora state identificate mutazioni geniche
specifiche, mentre in un 20-25% dei casi è
presente la mutazione KRAS che è la più
comune; il 10-15% di adenocarcinomi
polmonari presenta la mutazione EGFR.
Infine, esiste un altro 5-10% di
adenocarcinomi con traslocazione del gene
ALK che determina la produzione di una
proteina attivante, una specifica
tirosin-chinasi relativa all’oncogene ALK,
che innesca la proliferazione cellulare».
La scoperta dei diversi tipi di tumore
polmonare “non a piccole cellule” ha
permesso di compiere nell’ultimo decennio
enormi progressi sul fronte dello sviluppo
di nuove terapie che agiscono in modo mirato
su specifiche mutazioni geniche. La molecola
più recente è crizotinib, terapia mirata per
il recettore ALK.
I benefici di questa molecola, sia nel
prolungare la sopravvivenza libera da
malattia sia nel migliorare la
sintomatologia e la qualità di vita, sono
talmente importanti che lo studio di fase I
è stato considerato sufficiente per
l’approvazione e registrazione del farmaco
da parte dell’FDA. In Europa il farmaco è
stato autorizzato dall’EMA a fine ottobre
2012 e, al momento, in Italia è disponibile
attraverso i meccanismi previsti dalla legge
648.
La medicina personalizzata in Oncologia
si appresta a “guidare” ogni singolo aspetto
dell’assistenza al paziente: non solo la
terapia, ma anche la diagnosi. Per arrivare
a individuare la terapia corretta occorre,
infatti, aver prima identificato
l’alterazione genetica specifica attraverso
il test molecolare per sapere se il farmaco
potrà essere efficace in quel paziente. La
sensibilizzazione dei medici e dei pazienti
su questo aspetto è tra gli obiettivi del
Mese della sensibilizzazione.
«Ogni volta che un paziente riceve la
diagnosi di tumore polmonare, l’oncologo
introdurre la tematica dei markers
biomolecolari e delle rispettive terapie
mirate», afferma Silvia Novello,
Presidente WALCE Onlus (Women Against Lung
Cancer in Europe) e Ricercatore
Universitario presso il Dipartimento di
Oncologia dell’Università di Torino. «È
importante che il paziente sappia che il
test va eseguito quando effettivamente
necessario, poiché per molte forme di tumore
le probabilità che i test dei biomarcatori
risultino positivi sono scarsissime».
Oggi sul tumore del polmone si sa molto
di più che in passato. L’approccio della
medicina personalizzata sta aprendo nuove
prospettive in uno scenario dove da tempo
mancavano novità terapeutiche significative.
Eppure nonostante le conoscenze siano
cresciute in maniera esponenziale, sui
giornali si parla pochissimo di questa
malattia. Molta la paura, tanti i tabù e
l’emarginazione dei pazienti.
«ll fatto che il tumore del polmone
sia il “grande assente” nella comunicazione
che i media dedicano all’Oncologia è
un’evidenza dimostrata da più studi
scientifici, che indicano univocamente come
i report sul polmone rimangano ancora agli
ultimi posti della comunicazione oncologica.
Di tumore al polmone si parla pochissimo e
quando se ne parla si tratta di articoli
dedicati per lo più a fumo e prevenzione e
non alla terapia», fa notare Daniela
Minerva, giornalista esperta di medicina del
settimanale L’Espresso. «Il dato di fatto è
che il tumore del polmone è un argomento
tabu per i media, in primo luogo per il
senso di paura che genera e in secondo luogo
per lo stigma che colpisce i pazienti,
ritenuti colpevoli della loro stessa
malattia, l’unica forma di tumore associata
a una causa certa, il fumo».
Ma l’aspetto decisivo per rompere il
silenzio che sui media circonda tuttora il
tumore del polmone è legato ai progressi
della ricerca: da questo punto di vista,
fanno certamente notizia le novità che
arrivano sul fronte delle terapie mirate,
con la possibilità di trattare per la prima
volta anche tumori finora privi di una
terapia specifica come quelli ALK positivi,
cambiando la qualità di vita dei pazienti.
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