Gli elementi di un carretto siciliano
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u fusu, asse di ferro, a cui si attaccano le ruote;
- a cascia, ripiano in legno di abete, metri 1,30x1,15 che presenta due davanzali in faggio
(tavulazzudavanti e tavulazzu darreri) poggianti su cunei.
Ai fianchi reca due sponde, detti masciddara, decorate dal lato estemo e dal lato intemo e sorrette da sei pioli
(barruna) ad essi attaccati.
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L'asti, due stanghe in faggio, fomite di anelli (ucchiali) in ferro per l'attacco dell'animale.
- I roti, due ruote in frassino, con un circuni di ferro e dodici raggi che congiungono la corona della ruota, in noce, detta curva, col mozzo, che č fermato al fusu mediante un dado a vite detto cannula;
- I chiavi, le due traverse, anteriore e posteriore, in faggio, finemente lavorate e dipinte;
- U purteddu, la sponda posteriore, che viene tolta per le operazioni di carico e scarico;
- I viscidi, le boccole, che vengono inserite nei mozzi e producono il caratteristico suono del carretto;
- A casciafusu, griglia di ferro attaccata al fusu, riccamente decorata a ferro battuto con fiori, ricami e foglie, che a Catania si chiamano
"suspiri" e a Palermo "rabischi" (arabeschi)
Accessori del carretto
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U rutuni, rete di cordicella, posta sotto il tavulazzu davanti e dove vengono conservati cibi, la botticella del vino, la bonaccia per l'acqua e la bacinella per dare da bere all'animale;
- U suttapanza, cinghia di cuoio;
- A coffa, cestino di paglia, attaccato sotto la cascia, per dare da mangiare all'animale;
- U lumi, penzolante sotto la cascia per illuminare la strada nelle notti senza luna;
- A catina, per il cane, legata alla casciafusu;
- L'umbrilluni, per ripararsi dalla pioggia e dal sole.