La
donazione del sangue non è solo un gesto di solidarietà
per aiutare chi può averne bisogno, ma anche uno
strumento di prevenzione per la propria salute.
Partiamo da
una premessa: senza il sangue, non ci sarebbe vita. Il
sangue umano è un fluido viscoso di origine naturale,
indispensabile, ma non riproducibile artificialmente.
L'impossibilità di ottenerlo tramite procedimenti
chimici e il suo larghissimo impiego terapeutico lo
rendono sempre insufficiente. Non c'è istituzione o
singolo che, da solo, possa far fronte a questa perenne
emergenza che può essere superata solo con la
consapevolezza e la solidarietà di tutti i cittadini. La
maggior parte di noi può donare il sangue e la maggior
parte di noi, almeno una volta nella vita, potrebbe
averne bisogno. Per la loro funzione vitale il sangue e i suoi
componenti trovano un ampio impiego terapeutico: vengono
infatti utilizzati per la cura di numerose patologie e
in alcuni casi di emergenza rappresentano un rimedio
indispensabile per la salvezza della vita del paziente.
Da cosa è composto il sangue? Da globuli rossi, globuli
bianchi, piastrine e plasma (liquido costituito da acqua
per il 90%, da proteine per il 6-8% e da elettroliti per
il 2-4%). Vediamo nel dettaglio a cosa servono tutti
questi componenti.
I
globuli rossi Grazie a una proteina in essi contenuta (l'emoglobina),
i globuli rossi svolgono un'importantissima e vitale
funzione: trasportare l'ossigeno dai polmoni ai tessuti.
Vengono trasfusi in caso di grave anemia conseguente a
patologie quali leucemie, tumori solidi, emorragie
acute, interventi chirurgici e difetti congeniti come la
talassemia.
Le
piastrine Intervengono per prime nel processo di emostasi:
depositandosi sul vaso leso, formano un aggregato che
arresta la fuoriuscita di sangue. Vengono trasfuse in
caso di riduzione numerica conseguente a leucemie e
tumori solidi.
Il
plasma e i suoi derivati Il plasma, congelato subito dopo il prelievo e
scongelato al momento della trasfusione, viene
utilizzato in casi rari, ma di estrema gravità clinica,
come deficit di fattori della coagulazione. I farmaci
plasmaderivati (albumina, immunoglobuline generiche e
specifiche, fattori della coagulazione) sono, invece, il
risultato della lavorazione industriale del plasma e
costituiscono, in alcuni casi, dei farmaci salvavita. Le
principali indicazioni sono: emofilia, malattie del
fegato, deficit immunologici, profilassi delle infezioni
come tetano ed epatite B.
La
donazione come strumento di prevenzione
La
promozione e la diffusione della donazione del sangue,
oltre che essere un gesto di solidarietà verso gli
altri, costituisce anche un modo per seguire
comportamenti e stili di vita sani e corretti. La
donazione di sangue è una forma di medicina preventiva,
un'ottima occasione per tenere sotto controllo sé stessi
e per scoprire, ai primissimi sintomi, patologie
"silenti". A ogni donazione, infatti, vengono effettuati
i seguenti esami:
- esame
emocromocitometrico completo; - controllo transaminasi; - sierodiagnosi per la lue lue; - HIV Ab 1-2; - HBs Ag; - HCV Ab; - HCV RNA-NAT
Per il
donatore periodico sono eseguiti a scadenza annuale
altri esami di laboratorio e strumentali.
Chi può donare
Donare il
sangue non comporta alcun rischio per il donatore, ma
nel momento in cui si decide di farlo occorre ricordare
che la salute del ricevente è nelle mani del donatore
perché solo chi dona può fornire le garanzie necessarie
sul proprio stato di salute. Al donatore verrà fornito un questionario pre-selezione
che deve essere compilato in maniera veritiera e
accurata. Trascurare anche qualche piccolo dettaglio, in
apparenza insignificante, potrebbe creare danni e non
benefici al ricevente. Il colloquio con il medico
trasfusionista è, quindi, un momento fondamentale per
valutare eventuali controindicazioni alla donazione.
Esiste, infatti, il rischio che malattie infettive
possano essere trasmesse attraverso il sangue e i suoi
derivati. Alcune patologie causate da microrganismi (virus,
batteri, protozoi) possono essere trasmesse da un
individuo all'altro attraverso il sangue: la trasfusione
di globuli rossi, plasma o piastrine e l'utilizzo di
farmaci plasmaderivati (albumina, fattori della
coagulazione, immunoglobuline) rappresentano procedure a
"rischio infezione". E' bene pertanto che la presenza di
eventuali sintomi o segni indicativi di uno stato
infettivo o l'avvenuto contatto con soggetti infetti
siano sempre sottoposti all'attenzione del medico.
Chi è incompatibile con la donazione
Non tutti
possono, anche se lo vogliono, donare il sangue.
Esistono, infatti, condizioni patologiche o
comportamentali non compatibili temporaneamente o
definitivamente con la donazione in quanto dannose per
il donatore. Per esempio:
-
cardiopatie; - ulcera gastrica o duodenale; - anemia;
Oppure ci
possono essere periodi di sospensione temporanea per le
quali, trascorso il periodo di non idoneità, si può
riprendere l'attività di donazione. Per esempio:
- sindrome
influenzale; - faringite (mal di gola); - gastroenteriti;
- alcuni tipi di terapia, come l'assunzione di
antibiotici; - interventi chirurgici; - viaggi in zone tropicali;
- gravidanza.
I
requisiti necessari
Ognuno di
noi, prima di essere ammesso alla donazione, viene
sottoposto a una accurata visita medica e a esami
diagnostici e strumentali. Per potere donare bisogna
avere le seguenti caratteristiche di idoneità: età
compresa tra i 18 e i 65 anni; buone condizioni fisiche
generali e peso non inferiore ai 50 kg. Donare il sangue è un atto di sensibilità e
responsabilità nei confronti degli altri e di sé stessi,
per questo, in alcuni casi, è bene autoescludersi dalla
donazione. In quali? Nel caso di gravi malattie
infettive, come epatite virale, Aids, sifilide e altre
ancora che possono essere trasmesse dal donatore al
ricevente. Bisogna ricordare che il periodo
d'incubazione di queste malattie è piuttosto lungo e non
mostra, di regola, apparenti sintomi clinici o
alterazioni. Comportamenti a rischio di trasmissione di
malattie infettive virali controindicano la donazione di
sangue e di emocomponenti. La trasfusione di sangue
portatore di virus, soprattutto in alcune categorie di
pazienti (soggetti immunodepressi, ematologici o
oncologici), potrebbe essere estremamente dannosa. Si possono presentare anche casi meno gravi che
comportano la temporanea sospensione alla donazione
come, per esempio, in presenza di uno stato infettivo
per un banale raffreddore o mal di gola. Oppure la
convivenza con soggetti affetti da alcune malattie
infettive (ad esempio morbillo o altre malattie
esantematiche dell'infanzia), in quanto il periodo di
incubazione di queste patologie può essere di qualche
settimana, anche in assenza di sintomi.
I
comportamenti a rischio
Il rischio
infettivo più temuto dai pazienti trasfusi è quello da
Hiv, il virus responsabile dell'Aids, da Hbv, il virus
responsabile dell'epatite B e da Hcv, il virus
responsabile dell'epatite C. Oggi i test di laboratorio per la diagnosi di queste
malattie sono estremamente sensibili e specifici e
consentono di rilevare la presenza del virus nel sangue
poco tempo dopo l'infezione: le nuove tecniche di
biologia molecolare possono addirittura ricercare la
presenza di frammenti dell'agente infettante nel sangue.
Esiste tuttavia un piccolo lasso di tempo in cui il
virus presente nell'organismo non è rilevabile dai test
di laboratorio: è il cosiddetto "periodo di finestra
diagnostica". E' proprio per ovviare a questo limite dei test che
durante il colloquio tra il medico e il potenziale
donatore deve essere attribuita particolare attenzione
ad alcuni comportamenti considerati a maggior rischio
come assunzione di sostanze stupefacenti, rapporti
sessuali a rischio, rapporti sessuali o convivenza con
soggetti positivi per epatite B, epatite C o Aids ma
anche l'esecuzione di tatuaggi o piercing.
Come avviene il prelievo
Per chi
avesse timore della donazione, ricordiamo che si tratta
di un atto molto semplice. È necessario ricordare di
presentarsi la mattina nel centro prescelto a digiuno.
Non fare la colazione, però, non significa che non ci si
possa concedere un caffè o un tè caldo non zuccherati.
Esclusi, invece, latte e cibi solidi.
Quanto
dura Il prelievo non dura più di 10 minuti e consiste nella
raccolta di una certa quantità di sangue dal volontario
con materiale rigorosamente sterile e monouso. Il
personale è costituito inoltre da medici e infermieri
professionali appositamente formati e disponibili per
qualsiasi informazione.
Ogni
quanto si può donare I prelievi di sangue si effettuano a intervalli non
inferiori ai 90 giorni: gli uomini possono donare
quattro volte l'anno, le donne in età fertile due volte
l'anno.
Regole
per chi lavora I donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di
lavoro dipendente hanno diritto ad astenersi dal lavoro
per l'intera giornata in cui effettuano la donazione,
conservando la normale retribuzione per l'intera
giornata lavorativa. I relativi contributi previdenziali
sono accreditati ai sensi dell'art. 8 della legge 23
Aprile 1981, n. 155.
*Testi
ministero della salute
http://www.centronazionalesangue.it
Il contributo di un donatore: clic qui
RITORNA
ARCHIVIO SEZIONI
|