Il seguente itinerario ci porta fuori il perimetro delle antiche
mura della città, sotto le pendici nord occidentali del
Monte Pellegrino.
Durante il
Settecento la zona fu prescelta dalla nobiltà come luogo di
villeggiatura, infatti numerose ricche costruzioni sorgono nei pressi.
L'area
più vasta è occupata da quella che un tempo era la "Real tenuta della
Favorita".
Il parco fu voluto dal
Re Ferdinando IV di Borbone, il quale
fuggito da Napoli e con le truppe napoleoniche alle calcagna, giunse in
Sicilia.
Siamo intorno al 1799 - alcuni nobiluomini cedono parte dei loro
possedimenti in maniera da "organizzare" una regale tenuta degna del
sovrano. Presto fatto, il parco fu attrezzato con ogni comfort (termine assai
poco settecentesco), vi erano padiglioni, viali, spiazzi, fontane e altro. Era
ricco di selvaggina e vi cresceva una rigogliosa vegetazione mediterranea.
Dell'assetto originale rimane ben poco, si conserva immune dalle contaminazioni
urbanistiche la zona della palazzina cinese.
Come vi arriviamo? Esistono diverse possibilità di accedere alla
Favorita: piazza Leoni, viale del Fante, via della Favorita e il
cancello Giusino.
Noi per comodità partiamo dal
viale del Fante, facilmente
raggiungibile in autobus, dando le spalle allo stadio comunale continuiamo verso
destra.
Prima di arrivare alla
"meta" meritano una sbirciatina la
settecentesca villa Bordonaro al n.60, villa Castelnuovo al n.64 dal 1819
sede dell'Istituto Agrario, il cui padiglione centrale in stile neoclassico
ricorda l'edificio centrale dell'orto botanico, e il Teatro della Verdura al n.70 sede estiva del
Teatro Massimo.
In fondo al viale del Fante si apre la
piazza Niscemi, di forma
semiellittica è coronata da una serie di graziose abitazioni da poco
restaurate; sul lato destro si trova l'ingresso dell'omonima Villa Niscemi, oggi sede di
rappresentanza del Comune. Le origini della villa sembrano risalire al XVI
secolo ma fu nel Settecento che il complesso assunse le fattezze di villa di
campagna, alla fine del secolo scorso fa rimaneggiata secondo il gusto degli
allora proprietari Corrado e Maria Valguarnera a cui si ispirò il Tomasi di
Lampedusa per costruire i personaggi di Tancredi e Angelica del
Gattopardo.
Da piazza Niscemi è visibile l'esotica sagoma della
Palazzina
Cinese cui si accede, o dal viale antistante la piazza o dal laterale viale
Duca degli Abruzzi. La Palazzina o Casina alla
cinese fa progettata nel 1790 dal Marvuglia per un giudice della Gran Corte; nel
1799 ne prendeva possesso Ferdinando IV di Borbone.
La singolare architettura
eclettica presenta numerosi caratteri orientali e un allegro carosello
cromatico, ma si legge tra le righe un preciso riferimento allo stile
neoclassico. Anche gli interni (chiusi per restauri "eterni") propongono stravaganti
accoppiamenti stilistici, dalle sale di gusto pompeiano a quelle cinesi, a
quelle in stile turco; di notevole importanza è la "tavola
matematica" che permetteva di desinare senza l'ausilio della servitù, con
i piatti che apparivano e "scomparivano" magicamente dalla tavola.
Antistante al prospetto nord della Casina è un giardino dalle siepi sagomate a
labirinto.
Nei locali attigui che originariamente costituivano le dipendenze
della Palazzina è ospitato il
Museo etnografico Pitrè dal nome
dell'omonimo fondatore.
Attualmente in restauro, l'interno è una mirabile raccolta di tutto quanto
riguarda la cultura popolare siciliana: manufatti, costumi, oggetti d'uso
quotidiano, pitture votive, giochi, strumenti di magia ed altro ancora. Da
segnalare inoltre la biblioteca del Museo che offre oltre ad una gran varietà
di testi specifici.
Se già che ci siete volete farvi una cultura sulle ville
della nobiltà settecentesca palermitana, non avete che l'imbarazzo della
scelta. Proprio svoltando l'angolo (in via dei Quartieri) si trovano la
villa
Spina e poco più avanti la
villa Lampedusa dove trascorse l'infanzia l'autore
del Gattopardo. Se avete altre velleità da turista colto, beh, allora non siete
normali (senza offesa volevo dire che non rientrate nella norma, tutto qui. Io
rischio le bolle ai piedi...)
Allora, volete un consiglio ?
Beccate al volo il
primo mezzo che possa portarvi verso il mare...
Mondello... è a due passi !