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L'ARCHIVIO STORICO COMUNALE |
In questa sezione: SAN NICOLO' DA TOLENTINO |
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Nel 1495 Cristina di Salvo fece testamento e nominò eredi universali dei suoi beni le figlie Eleonora ed Elisabetta Emilia con la clausola che alla morte di una delle due senza figli i beni ricevuti andassero ad accrescere la quota ereditaria dell'altra e, nel caso che ambedue rimanessero senza eredi diretti, l'asse patrimoniale si fruisse per i matrimoni di ragazze orfane e povere. Nondimeno nell'anno 1507, Giovanni Abatelli - marito di Cristina di Salvo e legittimo amministratore dei beni - donò a Suor Lucrezia di Leo, dell'ordine di Santa Chiara, la Moschita per fondare il monastero di Santa Maria del Popolo. Il Convento fu sotto le regole delle Clarisse e ne fu eletta prima Badessa la stessa fondatrice, ma, per la povertà e per lo scarso numero delle monache, nel 1579, fu soppresso e le occupanti, mantenendo le rendite ed i beni, furono trasferite nel monastero di Santa Maria di Monte Olivete, detto la Badia Nuova. Nel 1582 fu fondato il Collegio dei Notai che, non avendo un luogo né per le riunioni né per le funzioni, fece richiesta all'arcivescovo Marnilo della Chiesa e del Monastero di S. Maria del Popolo. Fu concessa la sola Chiesa con l'obbligo di celebrare la festa della Purificazione di Maria Vergine e, nel contempo, di comprare annualmente una torcia di cera, in segno di dipendenza dall'Arcivescovo, e di pagare la quota per mezzo cantaro d'olio alla Badia Nuova come riconoscenza alle monache. Di fatto, il Collegio dei Notai, una volta installatosi nella Chiesa, avendo bisogno d'altre stanze, le prese a censo dalla Badia Nuova. Nel 1596 ospitò i Padri Eremitani di S. Agostino, i quali cominciarono ad officiare nella Chiesa e ad accomodare le stanze per farne il loro convento. Poiché non osservavano in modo ferreo la disciplina della regola, il P. Maestro Guglielmo da Foligno, Commissario Visitatore e Riformatore Apostolico, venne a Palermo per valutare la situazione. Alla fine decise di trasferirli nel convento di S. Maria la Sanità, presso S. Giovanni dei Lebbrosi al posto 'egli Agostiniani Riformati che, per l'inclemenza dell'aria malsana prodotta dal vicino fiume Greto, non potevano continuare il rigore della loro vita austera. I Padri Riformati migliorarono il monastero di Santa Maria del Popolo con il denaro raccolto dalle elemosine e ingrandirono la Chiesa, la quale però, per quanto ingrandita, rimaneva angusta, così officiavano in un magazzino presso il lato del cortile del Convento. Allora si decise di edificare una nuova e maestosa chiesa con fronte verso la Strada Nuova (Via Maqueda) e la pietra fondamentale fu posta, il 26 luglio 1609, dall'Arcivescovo Cardinal Doria. A seguito della legge del 1866, che prescriveva la soppressione delle congregazioni religiose e la confisca dei loro beni, i locali del convento di S. Nicolo da Tolentino diventarono sede provvisoria di molte istituzioni quali: la Camera e l'Archivio notarile, la Commissione consorziale per i tributi diretti, la Società d'acclimazione e agricoltura in Sicilia, l'Accademia omeopatica, la Società operaia di mutuo soccorso e l'Archivio comunale. |
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