Queste opere di captazione delle falde
acquifere, del prelievo e del trasporto verso valle tramite
canalizzazione sotterranea, al contrario delle cave che
talvolta hanno sconvolto il paesaggio esterno con enormi
voragini ed estese discariche di resti di lavorazione, fanno
capire come, la ricerca di una strategia economica del
risparmio energetico, considerando "l'acqua bene unico" da
utilizzare e non disperdere, ha aiutato la conservazione del
paesaggio esterno senza sconvolgerne la sua naturale
giacitura, e con un cospicuo apporto idrico ha favorito
l'impianto di varie coltivazioni.
Non è un caso l'esistenza
di giardini lussureggianti nel territorio, della cosiddetta
"Conca d'oro" riportata da cronache delle epoche passate,
come i palmeti e gli agrumeti intorno alle peschiere del
Castello Maredolce, della Zisa e della Cuba realizzati dai
dominatori Normanni, oppure i vigneti impiantati dai Padri
Gesuiti nel XVI secolo, o il Giardino Botanico e la Villa
Giulia, il Parco d'Orleans, la Villa Trabia, il Giardino
Inglese, Villa Withaker, i giardini di Villa Niscemi e della
Palazzina Cinese, il Parco della Favorita ed altre decine di
ville, oasi di particolare bellezza che ristorano il clima
di Palermo impiantati nei secoli XVII, XVIII e XIX.
La qualità organolettica di quest'acqua, è
mediocre dal punto di vista potabile poiché è satura di
calcare e ciò, si evidenzia proprio lungo le volte e le
pareti di quasi tutti gli ipogei ove vi è o vi è stato
scorrimento idrico.
La qual cosa se è problematica dal punto
di vista organolettico, è invece una qualità per quello
estetico, tanto da riscontrare diversi scorci concrezionati
che rendono più affascinanti gli ambienti e coinvolgono più
facilmente la sensibilità alla bellezza dei giovani, specie
se del settore artistico. L'acqua, che non può dirsi
soddisfacente per gli usi potabili, visto che necessiterebbe
di particolari trattamenti, è prelevata in parte
dall'Azienda Municipale Acquedotto di Palermo o da privati
proprietari dei terreni ove ricadono i pozzi ed oggi è
utilizzata per la sola agricoltura. È probabile che in
passato vi sia stato anche, un uso potabile. La prova sta
nel fatto che, in alcune delle gallerie studiate, si sono
riscontrate delle condutture interne o sovrapposte alle
stesse gallerie, costituite da tubi di terracotta, come per
volere isolare parte dell'acqua sorgente prima che,
scorrendo lungo il canale, si potesse inquinare. Una tale
presenza nel territorio, come può essere riconosciuto anche
visivamente dall'ambiente, per il verde predominante, è quel
valore aggiunto a cui concorre prevalentemente proprio
l'opera architettonica di questi ipogei.
Continua:>
Interesse speleologico
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