Come precedentemente accennato, queste cavità scavate
dall'uomo per vari motivi, hanno cominciato ad
interessare la speleologia isolana sin dagli anni 80
quando dalle prime escursioni si è avuta coscienza
dell'interesse che i vari ambienti del sottosuolo
palermitano potevano costituire. Parallelamente alla
speleologia esplorativa d'ambienti naturali, da quel
momento, si presentava un'altra bella realtà sotterranea
di ricerca, studio e fruizione.
La letteratura e le
tradizioni popolari, con l'opera del Natoli "I Beati
Paoli" ne hanno ampliato la suggestione costituendo così
una motivazione trainante.
La comparazione con altre realtà nazionali ha poi
permesso di portare detto interesse all'interno della
Scuola Nazionale di Speleologia CAI, programmando dei
corsi di specializzazione e aggiornamento per i quadri
istruttori che si sono rivelati essere dei volani di
divulgazione della conoscenza, non solo tra speleologi,
ma anche e soprattutto tra la gente comune.
Questo Convegno Nazionale dell'Istituto Statale
d'Arte di Palermo, in concomitanza con il 3° Corso
Nazionale di Specializzazione ed Aggiornamento della
Scuola Nazionale di Speleologia CAI, è l'ennesimo
intervento nella città di Palermo, ove maggiore è la
presenza di ipogei antropizzati, nella speranza
d'ampliare il seguito degli appassionati di speleologia,
che nel prossimo futuro possono continuare
l'esplorazione, il rilevamento e la divulgazione della
conoscenza di un fenomeno tanto diffuso che, grazie alla
comparazione di realtà diverse, va rivelandosi ai
curiosi.
Oggi esistono in diverse città italiane, molti centri
di studio e cooperative che si occupano di cavità
artificiali, come ad esempio, nella città di Palermo la
Cooperativa "Solidarietà", che assistita dagli
speleologi del CAI, gestisce la fruizione di alcune di
queste cavità.
Sono noti pure altri enti ed associazioni il cui
scopo è lo studio e la salvaguardia di altri ipogei,
proprio sulla scia dell'interesse suscitato e divulgato
dall'azione didattica del CAI per la quale anche
l'Istituto Statale d'Arte di Palermo è rimasto
piacevolmente coinvolto.
Ripresa dei valori sociali - sacrificio dei
lavoratori - progetto scolastico
L'interesse speleologico, che ha indirizzato verso la
ricerca della conoscenza più profonda del fenomeno, è
alla base del riconoscimento del lavoro sotterraneo
portato alla luce e valorizzato e che ora assume la
qualità della preziosità acquisita.
Nell'era inflazionata dall'elettronica, con il solo
interesse rivolto alla ricerca di nuovi sistemi
lavorativi soprattutto di tipo concettuale, dovendo
ritornare a rivolgersi al mondo operativo di produzione
anche in scala ridotta d'azienda familiare, il valore
assunto da un manufatto, che il solo impegno lavorativo
riesce a produrre senza una grossa spesa d'attrezzature
e materiali di base per la sua costruzione, rappresenta
il valore vero e tangibile dell'esperienza umana. "Il
lavoro, torna ad essere il vero valore aggiunto".
Detto valore, acquisito solo al costo del sacrificio
di parte del tempo della propria esistenza, è pertanto
valutabile sia dall'individuo che lo produce perché lo
paragona al tempo impiegato, sia dal fruitore del
prodotto, poiché, avendolo considerato come mercé di
scambio, lo paragona alle sue risorse e quindi al suo
tempo di produzione d'altro bene. Tale riflessione, che
induce al bisogno di osservare per percepire e poter
comparare e valorizzare il bene in esame, porta
l'individuo necessariamente alla valutazione base del
lavoro, inteso come tempo di produzione ancor prima che
per la qualità del suo prodotto. Detto valore,
riconosciuto già con la sola visione del manufatto, si
amplia con la percezione delle caratteristiche di
qualità, solo se, dall'interesse scaturisce la volontà
di conoscere, approfondire, paragonare e preservare il
bene in oggetto.
È il caso di questa esperienza scolastica che, con
l'ausilio dell'opera sinergica del Gruppo Speleologico
CAI e della Soprintendenza BB. CC. AA. di Palermo,
riappropriandosi del territorio come luogo di studio, ha
individuato questa "emergenza architettonica" di
particolare interesse a cui riconoscere fra l'altro,
quel valore aggiunto della verifica di percezione e
riflessione estetica, con la quale, si è apprezzato il
sacrificio di quegli operai che, immersi nell'umido buio
sotterraneo, hanno lavorato alla luce di minuscole
lucerne ad olio, attenti a risolvere il problema
dell'approvvigionamento idrico, certamente, per
corrispondere alle esigenze del proprietario terriero,
ma anche per lenire il bisogno d'acqua dei semplici
cittadini e dare risposta al sociale.
Durante il periodo scolastico, visitando l'ambiente,
si sono apprezzate meravigliose forme di concrezioni
calcaree formatesi in alcune zone di ruscellamento
continuo dove si è riscontrato un sistema di
intercettazione dei flussi di falda, la progressione
costruttiva tramite l'escavazione per intaglio della
roccia, l'incamiciamento di pareti e di volte in
precaria condizione di stabilità con conci di
calcarenite o mattoni, curando la loro forma e posizione
dove si è osservato il sistema usato per il
convogliamento nelle riserve costituite dalle gallerie
allagate e dalle cisterne, come pure, individuato il
sistema distributivo attraverso la frapposizione di
saracinesche con applicati dei tubi di emissione dove si
sono considerate le oasi di sollazzo costituite dalle
camere dello scirocco per i momenti d'insopportabile
calura estiva.
Non molte sono state le escursioni, per poter
definire all'interno del processo didattico di un
progetto annuale una completa comparazione del proprio
impegno professionale rispetto ad un'azione del passato,
ma in alcune necessità realizzative di archetipi e
particolari disegni indicativi, il gruppo classe,
coordinato dal docente referente, cimentandosi
nell'esperienza pratica, ha ripreso la voglia
dell'espressione professionale mettendo a frutto le
tecniche acquisite e finalmente utili per le risposte
alle necessità vitali del sociale oltre che estetiche.
È stato facile, passare dalla visione delle peculiari
realtà, alla considerazione dell'armoniosa bellezza
estetica della natura, come pure lasciarsi coinvolgere
emotivamente da simili ambienti che si sviluppano per
centinaia di metri sotto terra. È stata in ogni caso,
un'esperienza che ha dato il gradiente di
autovalutazione all'opera intrapresa, con cui poter
raffrontare la complessità dell'impegno lavorativo e da
cui poter trarre l'ideologia della conservazione di ogni
esperienza culturale per la crescita e l'evoluzione
sociale.
L'azione, che è stata prima una timida incursione in
un ambiente estraneo per diversi motivi, tra cui il buio
e l'umido sotterraneo o l'angusto cunicolo stretto ed
allagato o il profondo pozzo sognato nelle notti da
incubo che mai un alunno durante un processo didattico
avrebbe pensato di frequentare, si è trasformata subito
in una curiosa forma di sprono alla ricerca del sapere.
Interrogarsi del perché di quelle cavità? Di chi
l'avesse scavate? Del come? Del quando? Queste e tante
altre domande sono alla base del progetto che ha voluto
portare all'interno della scuola pubblica l'esperienza
di una Scuola Specialistica come quella della
Speleologia del Club Alpino Italiano, che attraverso
l'azione didattica si è sempre preoccupata di diffondere
la cultura della tecnica esplorativa e della ricerca
scientifica, per meglio e più facilmente arrivare al
riconoscimento del valore dell'opera dell'uomo che non è
mai fine a se stessa ma, rivolta al "divenire". Si può
affermare allora, che tale è l'impegno, quale è
l'interesse di un bene ambientale sotterraneo o di
superficie e corrisponde all'attenzione posta nel
percepirlo per farne propria esperienza e linguaggio
adatto per riprodurlo, preservarlo e tramandarlo al
futuro.
Continua:>
Le cavità artificiali
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