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Monte Pellegrino, Natura e Ambiente

 

Il fascino delle rupi

L'inaccessibilità del monte è una delle caratteristiche che ha permesso la conservazione di splendidi ambienti naturali: il più affascinante è la splendida Valle del Porco, nella quale è possibile ammirare l'habitat rupestre nella sua completezza con gli splendidi esemplari di garofano rupestre (Dianthus rupicolae), cavolo rupestre (Brassica rupestris), erba perla (Lithodora rosmarinifolia) ed Euphorbia bivonae nonché monumentali esemplari di palma nana (Chamaerops humilis).

La Valle del Porco collega la Real Tenuta della Favorita con la pineta che ospita il gorgo di S. Rosalia, una delle ultime testimonianze umide del territorio palermitano: nelle sue acque periodiche vivono numerose specie, alcune rare, che si sono adattate alle condizioni di estrema variabilità.

Oggi lo stagno è circondato da una pineta di rimboschimento, come buona parte dell'altopiano sommitale del monte: questi rimboschimenti, seppur non felici nella scelta delle specie, hanno giocato un ruolo fondamentale nella tutela del suolo; essi saranno gradualmente sostituiti con le vegetazioni naturali. L'altro grande ambiente naturale è costituito dalla macchia e dalla boscaglia di leccio (Quercus ilex), ultime testimonianze di quella che era la copertura vegetale dei monti di Palermo e che tanto aveva impressionato gli antichi viaggiatori e invasori; queste formazioni si trovano sulle falde di detrito del monte e hanno la loro maggiore espressione nel Bosco di S. Pantaleo nello splendido anfiteatro omonimo. Qui vivono il leccio, l'orniello (Fraxinus ornus), il lentisco (Pistacia lentiscus), il terebinto (Pistacia terebinthus), l'alloro (Laurus nobilis), il corbezzolo (Arbutus unedo) e l'alaterno (Rhamnus alaternus). Di notevole importanza è anche la macchia ad euforbia arborea (Euphorbia dendroides) nonché le aree aperte, dette gariga, luogo di caccia dei grandi rapaci.

La eterogeneità degli ambienti vegetali ha determinato lo sviluppo ed il mantenimento di comunità animali molto ricche al cui vertice troviamo predatori quali la volpe (Vulpes vulpes) e la donnola (Mustela nivalis) e soprattutto i rapaci.

La macchia e la gariga comprendono un alto numero di specie di grande importanza ecologica. A prima vista queste formazioni vegetazionali possono sembrare povere di vita, specie nel periodo estivo, ma osservando ed ascoltando attentamente è possibile scorgere il raro passero solitario (il maschio in primavera è facilmente riconoscibile per il piumaggio blu intenso) mentre appollaiato su una roccia emette il suo caratteristico canto.

Più comune è il saltimpalo, il cui nome deriva dall'abitudine di posarsi sopra i pali delle recinzioni in attesa di insetti da cacciare. Guardando in aria la nostra attenzione sarà sicuramente attirata da un piccolo uccello che, durante il suo particolare volo (continuamente su e giù), emette un monotono verso: è il beccamoschino. I cespugli di rovo, euforbia, lentisco costituiscono i luoghi di nidificazione di specie come l'occhiocotto, i cui maschi hanno gli occhi circondati da un anello rosso intenso, e la sterpazzolina, entrambi piccoli uccelli della grandezza dei passeri.

Il cielo è dominio incontrastato dei rapaci diurni. Il più grande della riserva è la poiana con un'apertura di circa 1,2 m.; spesso la si può osservare in prossimità dei costoni rocciosi ed ai margini dei boschi mentre effettua in volo la posizione dello "spirito santo", rimanendo cioè sospeso controvento in aria con le ali distese, per scorgere dall'alto le sue prede, principalmente conigli e topi.

Altro grande rapace è il falco pellegrino (apertura alare circa 1 metro) facilmente riconoscibile quando posato per i due grossi mustacchi neri ai lati della testa.

In volo si distingue per le ali appuntite e per il ventre a barre; caccia esclusivamente uccelli che cattura in picchiate da 250 Km/h; nidifica nelle pareti a picco. Il gheppio è il rapace più piccolo e più abbondante della riserva: si nutre di piccoli mammiferi ed insetti, effettuando anch'egli lo "spirito santo", e nidifica in piccole cavità.

Un particolare ambiente dove osservare uccelli, specie passeriformi, è il bosco, in cui vivono il rampichino (caratteristico per lo scalata dei tronchi alla ricerca di insetti), la cinciallegra dai vivaci colori  nero, blu e giallo, la cinciarella, la capinera, lo scricciolo (il più piccolo della riserva: pesa appena 10 grammi); di grande importanza è la popolazione del Crociere, che nella Sicilia occidentale vive solo nella riserva.

I rapaci notturni non sono facili da avvistare, ma facilmente ascoltabili con gli inconfondibili versi; unica eccezione è la civetta che è attiva anche di giorno: emette dei miagolii lamentosi e caccia piccoli mammiferi ed insetti. Uno sbuffare piuttosto tetro indica la presenza del barbagianni, facilmente riconoscibile anche dalla faccia a forma di cuore e bianco; le sue ali hanno penne con margini arrotondati per cui il suo volo è silenziosissimo: difficilmente manca la preda, costituita da roditori. Altri rapaci sono l'allocco di grandi dimensioni e l'assiolo, un piccolo gufo che in primavera ed estate emette un caratteristico monotono verso. La riserva riveste grande importanza per la fauna migratoria e svernante: infatti il monte è inserito nella rotta migratoria di rapaci, quali falchi pecchiaioli e nibbi, dall'Africa all'Europa; già all'inizio della primavera, da punti appropriati, è possibile osservare questo spettacolo di grande suggestione.

Lo R.N.O. "Monte Pellegrino" offre quindi uno spettacolo suggestivo in termini di paesaggio, di natura e di storia; l'ente gestore adotta tutti gli strumenti per realizzare progetti di tutela, fruizione e ricerca adeguati al "sito unico" di enorme rilevanza, ma saranno i visitatori con il loro sostegno, comportamento ed affetto che potranno salvaguardare questo pezzo di storia naturale ed umana.

 

I RANGERS <
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