Situm unicum
Monte Pellegrino un tempo non
doveva costituire, come oggi, un promontorio collegato alla costa. Quasi
sicuramente il monte, in origine, fu separato dalla terraferma da un braccio
di mare, come riferisce Gustavo Chiesi in "La Sicilia Illustrata"
nel 1692. Il progressivo sollevamento dell'isola da una parte, gli
interramenti prodotti dalle alluvioni dall'altra, nello svolgersi dei secoli
hanno colmato il braccio di mare e congiunto le due isole.
I primi indizi della sua
originaria figura ci provengono da Polibio (150 a.C.), che nel chiamarlo
"Carcere" o "Epiercta" così lo descrive:
"...è un monte da
tutti i lati scosceso, che dalla pianura che gli sta attorno sorge ad una
ragguardevole altezza. Precipizi inaccessibili li cingono dalla parte della
marina... Possiede eziandio un porto opportuno a quelli che fanno vela da
Trapani, da Lilibeo verso l'Italia, e il quale è abbondantissimo di acqua.
Tre sono le vie che menano a questo monte, ma tutte difficili; due da terra
e una dal mare"
Verosimile risulta la
descrizione dì Polìbio, infatti Monte Pellegrino è un massiccio roccioso,
sito o nord della città di Palermo, circondato dalla grande pianura di
origine alluvionale sulla quale sorge il sistema urbano del capoluogo
siciliano.
"Il più bel
promontorio del mondo... grande massa rocciosa, più largo che alto,
giacente all'estremità Nord/Ovest del Golfo di Palermo...",
come lo descrive Goethe nel
1767, ha uno sviluppo perlopiù longitudinale in direzione nord secondo una
linea direttrice che partendo dalla zona portuale della città, termina nella
zona balneare del Golfo di Mondello.
Il suo versante orientale
costeggia il mare con un sistema di pareti rocciose a strapiombo, poggianti su
una stretta fascia pedemontana a ripida clivometria. Le pareti rocciose si
affacciano sulle borgate storiche di Vergine Maria e dell'Arenella, creando
una barriera a crinali e coste scoscese di notevole effetto scenografico,
percepibile dal Lungomare Cristoforo Colombo. Il suo versante occidentale
confina invece con la campagna urbanizzata della Piana dei Colli e con la
parte terminale della Conca d'Oro, anch'essa ormai completamente urbanizzata.
Il versante settentrionale è
forse quello più scenografico, poiché in questo lato il monte si ritrae in
se stesso formando un enorme anfiteatro naturale di primordiale bellezza, a
ridosso dello località Addaura. Il versante meridionale, parimenti bella,
confina con le attrezzature portuali della città ed è stato sempre il
soggetto preferito dai pittori vedutisti dell'Ottocento.
Lo sommità del monte è
costituita da una piattaforma rocciosa generalmente pianeggiante, sulla quale
si ergono picchi e alture, la maggiore delle quali rappresenta la vetta del
monte a quota 600 m. s.l.m. e che anticamente servì come luogo di vedetta di
notevole particolarità strategica.
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