Dalle origini alle vicende
puniche del 247 a.C.
Si può facilmente ipotizzare
che il monte sia stato frequentato sin dall'antichità per svariati motivi: la
sua idoneità a rifugio, data la molteplicità di grotte e ripari, la sua
vicinanza al mare e alla campagna e la sua particolarità strategico-militare.
Numerosi sono i ritrovamenti e
le testimonianze archeologiche pervenuteci fino ad oggi.
Per esempio i
graffiti paleolitici della Grotta Niscemi, scoperti nel 1954 e oggetto di
recenti interventi di ripulitura, quelli della Grotta delle Incisioni e della
Grotta dei Bovidi, e ancora gli stanziamenti preistorici della Grotta Addaura
Caprara, della Grotta Perciata e della Grotta del Ferraro nella quale sono
stati rinvenuti resti umani e vasellame di argilla. Numerosi sono anche i
resti di nuclei stanziali preistorici dello prima metà dell'E neolitico -
alcuni dei quali furono abitati fino in età punica e romana - sparsi un po'
dovunque sul monte.
Gran parte di tutti i reperti
recuperati (orci, olette, tazze, vasellame, frammenti ceramici e ossa
fossilizzate) sono conservati presso il Museo Archeologico di Palermo dove
possono essere visionati. Le incisioni parietali paleolitiche delle grotte
sono visitabili il fine settimana con le guide dello Soprintendenza ai Beni
Culturali e Ambientali di Palermo.
Sebbene siano scarse le fonti
letterarie antiche riguardanti Monte Pellegrino, una tesi sulla quale oggi
tutti gli studiosi concordano è quello dell'identificazione del monte con l'Erkte
di Polibio, il quale, narrando delle guerre puniche, così scrive:
"Amilcare Barca con
l'armata cartaginese si portò nel territorio palermitano ed occupò il
luogo detto Epierkta, il quale giace fra Erice e Palermo (...) a guardia
della città di Palermo".
L'asserragliamento delle
truppe cartaginesi sul monte, durante l'assedio romano durato circa tre anni,
fu senz'altro agevolato dalle caratteristiche morfologiche del monte,
vantaggiosissime dal punto di vista strategico. Le pareti rocciose a
strapiombo e le impervie vie di risalita (scalette) precluse alla cavalleria,
ne fecero una fortezza naturale.
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