Uscendo
dallo Spasimo, percorriamo questa stretta via fino
all’angolo con la via grande piazza della Magione dove visiteremo la
Chiesa
della Magione o della SS. Trinità, visitiamo
anche il chiostro. Uscendo sulla via Magione a
destra imboccheremo via Garibaldi fino alla Fontana del Genio quindi a destra la via
Alloro, che
prende il nome da un antico giardino con immense piante di questa
essenza tipica mediterranea.
Le strade
qui sono tutte lastricate e lucide: trasudano di storia e di miseria
!
Le case fortemente danneggiate dai bombardamenti
"alleati" e dal terremoto del 1968 risentono
dell’abbandono che per anni questi luoghi hanno subito da
deplorabili amministrazioni locali dei decenni del sacco di Palermo,
in cui si preferiva costruire palazzacci brutti e invasivi rispetto
al recupero del centro storico più grande d’Europa dopo quello di
Lisbona !
Vi
può capitare anche di vedere venditori ambulanti di
"Pane e Panelle" o
"Sfincionello cavuru cavuru" !!
Vi
scorrono accanto i palazzi rimasti in piedi: sono ancora tanti e tutti
in discrete condizioni e oggi si pensa finalmente al recupero di essi e
quindi al recupero di una cultura e storia che gli stessi si portano
dietro.
L’elenco dei monumenti è grande, qui mi limito a darne i nomi dei
più famosi:
la
chiesa della Gancia del ‘500 sicuramente da visitare per la grande
raccolta di opere d’arte che contiene e poi i palazzi: Sambuca,
Monroy, Bonagia, Bellacera, Castrofilippo anche se
visibili sono dall’esterno vanno visitati.
Infine
un palazzo che si porta dietro una storiella di fine ‘800: il palazzo
Patella... nei
pressi di esso è presente, sulla via Alloro, una lapide marmorea che
ricorda questo episodio: a seguito di una rivolta antiborbonica del
1860, alcuni ribelli si rifugiarono nell’allora convento e furono
tutti, loro malgrado, catturati e giustiziati. Meno due. Filippo Patti e
Gaspare Bivona che si finsero morti mescolandosi alle decine di cadaveri
presenti.
Una
volta usciti i Borboni i due si arrampicarono utilizzando i corpi dei
cadaveri fino a raggiungere una "buca" scavata dall’esterno
da alcune donne che abitavano di fronte al palazzo. I due si fecero
notare dalle donne che inscenarono una zuffa per attirare l’attenzione
dei Borboni, favorendo la fuga dei due eroi da quella misera "buca
della salvezza". Oggi una lapide posta nei
pressi ricorda
l’eroico episodio.
Uscendo
dalla via Alloro su Via Butera si trova la
Chiesa della Madonna della Pietà, di fine
‘600 che si ispira al primo stile barocco romano: belle le decorazioni
e maestosa la facciata con gli enormi colonnati. All’interno si
trovano stucchi del Serpotta e affreschi del Borremans.
La
vera Palermo è qui... tra queste umili case: vi capiterà che
qualcuno vi inviti a guardare qualcosa o semplicemente vi
accompagnerà a visitare angoli del quartiere altrimenti non
visibili come ad esempio questo murales dedicato a San
Giorgio... vi
racconterà aneddoti o storielle tramandate da secoli !
Continuando sulla
via Butera troveremo il
palazzo Butera, attuale sede di mostre e
manifestazioni culturali durante il quale lo stesso è visitabile.
Poco
lontano è l'ingresso della
"Passeggiata mura delle cattive":
qui la vista spazia dal Monte Pellegrino al Capo Zafferano, praticamente
tutto il golfo di Palermo. Le balconate sono site nel piano delle mura
antiche della città.
Arrivati
sulla piazza S. Spirito e fatta una foto ricordo con la
Fontana del
cavallo marino alle spalle attraversiamo la
Porta Felice, questo magnifico
apparato monumentale, voluto dal viceré Marco Antonio Colonna, luogo in
cui termina l’asse viario principale della città:
corso Vittorio
Emanuele, cioè l’antico "Cassaro".
Nei
pressi visitiamo il
loggiato di S. Bartolomeo, recentemente
restaurato, da cui, al secondo piano, possiamo avere una vista
d’insieme di tutta la zona portuale della città.
Ritornando
sul "Cassaro" cominciamo a risalirlo per raggiungere la
nostra meta: piazza Marina.
Pochi
passi e incontriamo l’Archivio di Stato , poco dopo la
Chiesa di S. Maria della Catena di stile gotico
siciliano. Subito a sinistra l’incrocio con Piazza
Marina: i palazzi che circondano l’attuale
Villa
Garibaldi, posta in centro, sono ricchi di
storia:
Palazzo Fatta,
Palazzo Galletti, ma fra tutti il
Palazzo Steri,
oggi sede dell'Università, ex sede di Re e Viceré.
Qui si esponevano i teschi dei baroni ribelli, era sede
del tribunale dell’inquisizione e si vi rifugiavano
baronesse in fuga dagli spasimanti !
Lo
spiazzo oggi destinato a villa era sede di fiere, giostre medievali,
corride di tori, rappresentazioni teatrali e dell’opera dei pupi
oltre che sede di esecuzioni capitali: mannaie per i nobili e forche
per il popolo. Insomma quello che oggi potrebbe essere definito un
"centro polifunzionale" :-) !
Anche
qui, come del resto in tutta la città, si possono gustare ottime
granite o semplicemente rinfrescanti spremute d’arancia da gustare,
magari, sotto un immenso "ficus magnoliodes" o in una
panchina attigua alla fresca
fontana del Garraffo, sita in un angolo,
quasi nascosto dagli alberi, della piazza.
Se avete voglia di qualcosa
di "hard" gustate il
"Pane ca Meusa"
!
Il
prossimo itinerario sarà fatto tra panna e... sarde salate !