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Itinerario 8: Profumo di Alloro e di mare

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Profumo di Alloro e di mare
Dallo Spasimo a Piazza Marina

Uscendo dallo Spasimo, percorriamo questa stretta via fino all’angolo con la via grande piazza della Magione dove visiteremo la Chiesa della Magione o della SS. Trinità, visitiamo anche il chiostro. Uscendo sulla via Magione a destra imboccheremo via Garibaldi fino alla Fontana del Genio quindi a destra la via Alloro, che prende il nome da un antico giardino con immense piante di questa essenza tipica mediterranea.

Le strade qui sono tutte lastricate e lucide: trasudano di storia e di miseria !

Le case fortemente danneggiate dai bombardamenti "alleati" e dal terremoto del 1968 risentono dell’abbandono che per anni questi luoghi hanno subito da deplorabili amministrazioni locali dei decenni del sacco di Palermo, in cui si preferiva costruire palazzacci brutti e invasivi rispetto al recupero del centro storico più grande d’Europa dopo quello di Lisbona !

Vi può capitare anche di vedere venditori ambulanti di "Pane e Panelle"  o "Sfincionello cavuru cavuru" !!

Vi scorrono accanto i palazzi rimasti in piedi: sono ancora tanti e tutti in discrete condizioni e oggi si pensa finalmente al recupero di essi e quindi al recupero di una cultura e storia che gli stessi si portano dietro.

L’elenco dei monumenti è grande, qui mi limito a darne i nomi dei più famosi:
la
chiesa della Gancia del ‘500 sicuramente da visitare per la grande raccolta di opere d’arte che contiene e poi i palazzi: Sambuca, Monroy, Bonagia, Bellacera, Castrofilippo anche se visibili sono dall’esterno vanno visitati.

Infine un palazzo che si porta dietro una storiella di fine ‘800: il palazzo Patella... nei pressi di esso è presente, sulla via Alloro, una lapide marmorea che ricorda questo episodio: a seguito di una rivolta antiborbonica del 1860, alcuni ribelli si rifugiarono nell’allora convento e furono tutti, loro malgrado, catturati e giustiziati. Meno due. Filippo Patti e Gaspare Bivona che si finsero morti mescolandosi alle decine di cadaveri presenti.

Una volta usciti i Borboni i due si arrampicarono utilizzando i corpi dei cadaveri fino a raggiungere una "buca" scavata dall’esterno da alcune donne che abitavano di fronte al palazzo. I due si fecero notare dalle donne che inscenarono una zuffa per attirare l’attenzione dei Borboni, favorendo la fuga dei due eroi da quella misera "buca della salvezza". Oggi una lapide posta nei pressi ricorda l’eroico episodio.

Uscendo dalla via Alloro su Via Butera si trova la Chiesa della Madonna della Pietà, di fine ‘600 che si ispira al primo stile barocco romano: belle le decorazioni e maestosa la facciata con gli enormi colonnati. All’interno si trovano stucchi del Serpotta e affreschi del Borremans.

La vera Palermo è qui... tra queste umili case: vi capiterà che qualcuno vi inviti a guardare qualcosa o semplicemente vi accompagnerà a visitare angoli del quartiere altrimenti non visibili come ad esempio questo murales dedicato a San Giorgio... vi racconterà aneddoti o storielle tramandate da secoli !

Continuando sulla via Butera troveremo il palazzo Butera, attuale sede di mostre e manifestazioni culturali durante il quale lo stesso è visitabile.

Poco lontano è l'ingresso della "Passeggiata mura delle cattive": qui la vista spazia dal Monte Pellegrino al Capo Zafferano, praticamente tutto il golfo di Palermo. Le balconate sono site nel piano delle mura antiche della città.

Arrivati sulla piazza S. Spirito e fatta una foto ricordo con la Fontana del cavallo marino alle spalle attraversiamo la Porta Felice, questo magnifico apparato monumentale, voluto dal viceré Marco Antonio Colonna, luogo in cui termina l’asse viario principale della città: corso Vittorio Emanuele, cioè l’antico "Cassaro".

Nei pressi visitiamo il loggiato di S. Bartolomeo, recentemente restaurato, da cui, al secondo piano, possiamo avere una vista d’insieme di tutta la zona portuale della città.

Ritornando sul "Cassaro" cominciamo a risalirlo per raggiungere la nostra meta: piazza Marina.

Pochi passi e incontriamo l’Archivio di Stato , poco dopo la Chiesa di S. Maria della Catena di stile gotico siciliano. Subito a sinistra l’incrocio con Piazza Marina: i palazzi che circondano l’attuale Villa Garibaldi, posta in centro, sono ricchi di storia: Palazzo FattaPalazzo Galletti, ma fra tutti il Palazzo Steri, oggi sede dell'Università, ex sede di Re e Viceré. Qui si esponevano i teschi dei baroni ribelli, era sede del tribunale dell’inquisizione e si vi rifugiavano baronesse in fuga dagli spasimanti !

Lo spiazzo oggi destinato a villa era sede di fiere, giostre medievali, corride di tori, rappresentazioni teatrali e dell’opera dei pupi oltre che sede di esecuzioni capitali: mannaie per i nobili e forche per il popolo. Insomma quello che oggi potrebbe essere definito un "centro polifunzionale" :-) !

Anche qui, come del resto in tutta la città, si possono gustare ottime granite o semplicemente rinfrescanti spremute d’arancia da gustare, magari, sotto un immenso "ficus magnoliodes" o in una panchina attigua alla fresca fontana del Garraffo, sita in un angolo, quasi nascosto dagli alberi, della piazza.

Se avete voglia di qualcosa di "hard" gustate il "Pane ca Meusa" !

Il prossimo itinerario sarà fatto tra panna e... sarde salate !


Continua: Da Piazza Marina alla Vucciria


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